29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Sorpresa alle primarie di Genova

Bersani: PD al lavoro per vincere con Doria

Il Segretario: Se si va con più candidati Democratici se ne accetta l'esito. Congresso straordinario? Lasciamo stare. Vincenzi attacca il Pd: Mi hanno fatto la guerra. Renzi: Vincenzi? Bisogna saper perdere con stile. Di Pietro: Quando la gente sceglie noi contenti

ROMA - Il Pd accetta l'esito delle primarie del centrosinistra a Genova con «serenità» e lavorerà «per vincere e per vincere con Marco Doria». Lo ha assicurato il segretario del partito, Pier Luigi Bersani, interpellato dai giornalisti alla Camera.
«Le primarie - ha osservato Bersani - hanno una loro logica: quando si fa la scelta di partecipare alla gara con più di un candidato espressione del Pd è chiaro che se ne accettano le conseguenze. Accettiamo l'esito con serenità e ora ci si mette a lavorare, ventre a terra, per vincere e per vincere con Doria».
A chi gli domanda se ciò che è accaduto a Genova è simile a quanto avvenuto a Milano con la vittoria alle primarie del centrosinistra di Giuliano Pisapia, Bersani risponde: «E' di buon augurio. Allora dissi a Milano si vince, ora dico a Genova si vince. Rispettiamo pienamente le primarie, con convinzione. Con quattro gradi sotto zero sono andate al voto 20mila persone. Rendiamoci conto di questo progresso. Ora il Pd farà la sua parte affinché Genova non vada in mano alla destra».

Sconfitta non brucia, orgoglioso del Pd - La sconfitta dei candidati del Pd alle primarie del centrosinistra a Genova, «credeteci o no, non brucia».
Il numero uno dei democratici ha quindi ribadito che il suo partito le primarie del centrosinistra le vince «quasi dappertutto» e ha rivolto un invito «agli organi di stampa: abbiano la pazienza di andarsi a vedere tutti i cicli di primarie svolte, la grande partecipazione e i risultati ottenuti dai candidati del Pd. Non c'è mai stata l'impressione che ci fosse un problema politico perché con tutti i problemi che ha l'Italia in questo momento la comprensione per la nostra politica è larga. Io sono orgoglioso di un Pd che riesce ad attivare questi processi perché vuol dire che la gente ci capisce».

Congresso straordinario? Lasciamo stare - «Lasciamo stare, prima di tutto viene l'Italia. Guardiamo ai problemi che abbiamo davanti». Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha risposto ai giornalisti che gli domandavano un commento alla Velina Rossa che oggi chiede un congresso straordinario del partito in seguito al risultato delle primarie di Genova vinte da Marco Doria, candidato appoggiato da Sel.
Bersani ha ricordato «la sfilza di primarie che abbiamo fatto finora: nella grandissima maggioranza hanno visto sempre vincente il candidato del Pd. Ma non ci mettiamo a fare queste classifiche».

Vincenzi attacca il Pd: Mi hanno fatto la guerra - La vittoria del candidato indipendente Marco Doria alle primarie del centrosinistra genovese ha scatenato un vero e proprio terremoto all'interno del Pd. A togliersi qualche sassolino dalla scarpa, attaccando frontalmente il proprio partito attraverso la sua pagina Twitter, è stato lo stesso sindaco uscente, Marta Vincenzi. Tra le cause della sconfitta, secondo il primo cittadino, che non si è sentito appoggiato dal proprio partito, «l'agitarsi di gruppi di potere dentro e a fianco del Pd».

Renzi: Vincenzi? Bisogna saper perdere con stile - «La Vincenzi? E' dura accettare di perdere, ma perdere con stile è ancora più dura » Lo ha detto il sindaco PD di Firenze, Matteo Renzi alla Zanzara su Radio 24. «Il problema è il candidato a Genova.
- continua Renzi a Radio 24 - Queste elezioni primarie non le ha perse il Pd ma i candidati, la prossima volta bisogna mettere dei candidati più credibili. Il problema non è il sistema delle primarie. Prima delle primarie decidevano in 25 il candidato sindaco, almeno adesso sono in 25mila. Se non ti votano stai a casa, è molto meglio che non fare le assemblee di partito.
«Quando si fanno le primarie - ha detto ancora Renzi- non è che deve vincere uno per forza, non è una votazione con i moduli prestampati. Nel momento in cui si accetta di fare una corsa e partecipa anche il sindaco uscente - risponde il sindaco di Firenze a Radio 24 - e non riesci a prendere un voto su tre dei votanti è ovvio che non puoi più fare il sindaco. E' giusto che partecipino i sindaci uscenti. Le primarie sono fatte per evitare che la selezione della classe dirigente fosse in mano solo ai segretari di partito - e conclude - questo giochino ci piace »

Ceccanti: No automatismi su piano nazionale - «Tre osservazioni sulle primarie: dinamica base-vertici, niente automatismi sul piano nazionale e maggioranza assoluta». Lo ha detto il senatore del Pd Stefano Ceccanti.
«Primo: il significato delle primarie va capito in un contesto politico - ha spiegato Ceccanti - La sensazione complessiva di chiusura della politica su stessa (i tecnici governano, le riforme affidate ai partiti non producono ancora fatti) provoca successi imprevisti di outsider che non vanno letti sull'asse destra-sinistra, ma su quello base-vertici. Si può essere molto favorevoli a Monti e contemporaneamente votare convinti un outsider di sinistra. Secondo: sul piano nazionale - prosegue Ceccanti - comunque l'esperienza del Governo Monti sarà discriminante. Il richiamo alle primarie non potrà significare consegnarsi aprioristicamente nel confine dell'alleanza di Vasto che sarebbe a vocazione minoritaria nel Paese, perché regalerebbe ad altri la rivendicazione dell'operato dell'esecutivo».
«Terzo: infine, una nota tecnica. Non a Genova, ma altrove - ha concluso Ceccanti - la frammentazione delle candidature fa vincere spesso con percentuali molto basse. Occorre introdurre o il ballottaggio o, come fa il Labour Party, il voto alternativo che in una stessa giornata porta anch'esso alla maggioranza assoluta».

Emiliano: Vendola si prende un nuovo scalpo - «Anche a Genova abbiamo diviso una forza che, se unita, avrebbe vinto. In cima invece ci è andato un altro candidato, senza dubbio dignitoso che rappresenterà - il centrosinistra in modo adeguato, però Vendola oggi ha un altro scalpo attaccato alla cintola». Lo ha detto al Futurista il sindaco Pd di Bari Michele Emiliano, denunciando come le primarie di Genova siano lo specchio delle liti terribili fra post-comunisti».
«Pur essendo nato come progetto diverso, il Pd - ha affermato -avrebbe dovuto creare un'osmosi con la società. Per formare una nuova classe dirigente e soprattutto per dare una soluzione alla crisi dei movimenti ideologici. Invece il Pd è tornato ad essere Pds, peraltro egemonizzato da questa componente fondativa. E quindi si è rinchiuso».

Di Pietro: Quando la gente sceglie noi contenti - «Quando la gente sceglie noi siamo contenti, mi dispiace che all'interno del centrosinistra qualcuno ha il mal di pancia». E' questo il commento che il leader dell'Idv Antonio Di Pietro ha dedicato alla sconfitta dei candidati del Pd alle primarie del centrosinistra a Genova.
«Noi crediamo alle primarie - ha aggiunto, parlando di fronte a giornalisti e telecamere in sala stampa alla Camera - e per noi il miglior risultato è quello che scelgono gli elettori».

Enrico Letta: Si perde se divisi - Divisioni nel partito e sottovalutazione del giudizio degli elettori: sono queste, secondo il vice-segretario del Pd Enrico Letta, i motivi della sconfitta del Pd a Genova. In un messaggio su twitter, Letta ha scritto: «Accade che si perda se ci si divide e si sottovaluta il giudizio dei genovesi sul governo della città».

Cento: Vittoria Doria segnale civico e politico - La vittoria di Marco Doria alle primarie del centrosinistra di Genova «e' uno straordinario segnale civico e politico che parla dalla citta' ligure a tutto il Paese, riprendendo con forza il filo di un nuovo centrosinistra da costruire a partire dai territori». Lo ha sottolineato il responsabile nazionale degli Enti Locali di Sinistra Ecologia Liberta', Paolo Cento,sull'esito delle primarie genovesi.