28 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Il Governo di Mario Monti

Monti temendo malumori incontrerà i leader dei partiti

Il Premier apre a «colloqui rapidi» e convoca parti sociali e Regioni. La stella polare rimane una: evitare che i colloqui producano fughe di notizie e aprano un mercanteggiamento preventivo tra partiti e sindacati

ROMA - La ritrosia di Mario Monti verso un incontro con i leader dei partiti e le parti sociali pare superata. Il premier sa che non c'è tempo per incidenti di percorso e anche se voleva evitare quei «riti» che in un momento di emergenza rischiano di essere controproducenti, alla fine - se saranno confermate le ultime voci - i colloqui, sia pure «rapidi», ci saranno: i tanti malumori che cominciavano a circolare tra Pd e Pdl e l'allarme rosso scattato tra i sindacati, stanno convincendo il presidente del Consiglio che la cosa migliore può essere un giro di colloqui 'bilaterali' con tutti i protagonisti, in modo da preparare il terreno all'arrivo in Parlamento del pacchetto anti-crisi. Ufficiale invece la convocazione di Regioni e parti sociali, che verranno informate delle misure domenica mattina.

Oggi, secondo quando raccontano, Monti ha fatto il punto con i ministri della «cabina di regia» economica del Governo e ha contattato per telefono alcuni leader politici. Il premier ha visto il ministro dello Sviluppo Corrado Passera, poi il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, quindi ha sentito il ministro del Welfare Elsa Fornero. Con Giarda si è stabilito lo strumento con il quale verranno presentate le prime misure di lunedì: un decreto-legge che dovrebbe debuttare alla Camera subito dopo l'approvazione in Cdm, con una settimana di tempo in Commissione e poi l'ok di Montecitorio entro il 17 dicembre. Quanto alle misure, spiegano fonti di governo, il decreto dovrebbe contenere sia una qualche forma di patrimoniale che misure sulle pensioni, non quelle strutturali ma quelle per fare cassa. «Il criterio - continua la fonte di governo - è presentare sempre provvedimenti che accontentino e scontentino in egual misura sia una parte che l'altra», ovvero sia il Pd che il Pdl. Che l'intenzione del governo sia quella di bilanciare attentamente, lo dimostrano anche le parole di Elsa Fornero sul reddito di cittadinanza, così come le indiscrezioni sulla possibilità che la soglia altro la quale si blocchi l'indicizzazione delle pensioni sia più alta di quella finora trapelata.

Stando a quanto riferiscono fonti parlamentari, tra domani e sabato il presidente del Consiglio dovrebbe quindi trovare il modo di ricevere i leader dei partiti, oltre che le Regioni e le parti sociali. Ma resta da vedere quanto Monti scoprirà le carte negli incontri: ieri un sottosegretario spiegava che la pratica degli incontri bilaterali permette al presidente del Consiglio di comportarsi con maggiore o minore riservatezza a seconda dell'interlocutore che si trova di fronte. La stella polare rimane una: evitare che i colloqui producano fughe di notizie e aprano un mercanteggiamento preventivo tra partiti e sindacati. Tanto che l'ipotesi più accreditata è che il premier si limiterà ad ascoltare i desiderata dei partiti, senza largheggiare con i dettagli su quanto il governo ha in cantiere. Del resto, la linea del silenzio è ancora quella imposta anche agli altri ministri, e anche le parole di oggi di Passera e Fornero vengono bollate da fonti di governo come dichiarazioni rilasciate «a titolo personale» e «non concordate» con il premier.