20 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Governo | Maggioranza

Berlusconi attacca S&P. Pm Napoli? «Cercano solo la ribalta dei media»

Voci di nuovo pressing per la sua uscita. Ipotesi di un messaggio alla nazione

ROMA - La mattinata comincia male. Bisogna replicare a Standard &Poor's che nottetempo ha annunciato il declassamento del debito italiano. E bisogna farlo prima che aprano i mercati. Prima delle nove, Silvio Berlusconi, mette nero su bianco che il governo è solido e che le decisioni dell'agenzia di rating sembrano «dettate più dai retroscena dei quotidiani che dalla realtà». Colpa dei media, tanto per cambiare.

D'altra parte il presidente del Consiglio continua a raccontare a se stesso e agli altri che finché ci sono i numeri in Parlamento non c'è altro premier all'infuori di lui. Di fronte a una maggioranza dove ormai praticamente nessuno nelle chiacchiere informali non ammetta che la situazione così com'è è insostenibile, il Cavaliere continua a comportarsi come se la fine della legislatura non fosse in dubbio. Eppure, circolano con insistenza le voci di un nuovo tentativo di pressing di Gianni Letta e Fedele Confalonieri perchè il premier si faccia elegantemente da parte. Perché il combinato disposto tra le inchieste, la crisi internazionale, gli scricchiolii nella stessa maggioranza, cominciano a pesare sulle sorti del governo più di una congiuntura astrale con saturno contro. Impossibile avere conferma di questi 'affondi', ma quel che appare certo è che il premier non ha intenzione di raccogliere né questo né inviti similari. Nel suo entourage, infatti, si spiega che il Cavaliere ha ben altre intenzioni e, soprattutto, una gran voglia di spiegare agli italiani la sua verità. In ribasso le quotazioni di una manifestazione di piazza che non sarebbe piaciuta ad alcuni big del partito, Berlusconi potrebbe alla fine accettare il suggerimento di alcuni sui consiglieri e optare per qualcosa dal profilo un po' più istituzionale: una conferenza stampa o, più probabilmente, una sorta di 'messaggio alla nazione' per rassicurare gli italiani sulla crisi, rivendicare lo sforzo di una manovra da 54 miliardi e, ovviamente, smontare tutti i vari filoni giudiziari che incombono sulla sua persona.

Sono le azioni delle varie Procure, alla fin fine, a catalizzare l'attenzione del presidente del Consiglio. Il Pdl rimette in pista il processo lungo per cercare di frenare la corsa contro la prescrizione del processo Mills. Ma intanto il premier si gode una mezza vittoria dopo che il Gip ha sostenuto che l'inchiesta sulla presunta estorsione di Tarantini e Lavitola ai danni del presidente del Consiglio non è competenza di Napoli, bensì di Roma. «E' stato ripristinato il livello minimo di legalità e adesso - avrebbe sostenuto il premier - è chiaro che tutto è nato solo dal protagonismo di certi pm in cerca di ribalta mediatica».

A meno di cambi di programma mercoledì sera Berlusconi andrà a salutare il Milan impegnato nel match infrasettimanale di campionato, mentre a Roma farà rientro giovedì. E avrà una giornata molto intensa. In mattinata Consiglio dei ministri per il varo, tra l'altro, della nota di aggiornamento del Def. Poi il delicato test del voto sull'arresto di Marco Milanese. Il premier ha già fiutato il pericolo e infatti ha cominciato a dire a destra e a manca che, comunque vada, non ci saranno conseguenze sul governo. E questo sebbene quella votazione possa non soltanto sancire un distinguo della Lega ma anche di parte del Pdl. Poi, all'ora di pranzo, Berlusconi presiederà un vertice sulle riforme al quale parteciperà anche la Lega.