12 settembre 2024
Aggiornato 21:00
La crisi del debito

Torna il panico in Europa, Milano -5%. Tensioni sui bond italiani

Si accumulano tensioni anche sul mercato dei Cds. Attività delle imprese al palo, paure di una ricaduta in recessione

ROMA - Lo spettro della recessione acquista consistenza e manda nuovamente a picco le Borse europee, mentre si ricreano tensioni sui rischi di debito in Europa che coinvolgono i titoli di Stato dell'Italia. Con Wall Street chiusa per la festività del Labor Day, tutta l'attenzione degli investitori si è concentrata sulle vacillanti piazze del Vecchio Continente, che hanno accusato il colpo di nuovi dati che hanno evidenziato rischi di un arresto della ripresa economica, se non appunto una ricaduta in recessione. L'indice Pmi tra i responsabili degli approvvigionamenti tra le imprese dell'area euro ha segnalato un nuovo indebolimento dell'attività ad agosto, ai minimi da due anni ed è ormai alla quasi stagnazione. In un quadro di accentuata volatilità nel pomeriggio i ribassi dei mercati europei sono nuovamente degenerati in vendite da panico, e nel pomeriggio a Milano l'indice Ftse-Mib è arrivato a cedere il 5,6 per cento.

Pesantissime anche Parigi e Francoforte, entrambe con ribassi del 5 per cento, a circa un'ora dalla fine della seduta Londra cede il 3,4 per cento, mentre ad esacerbare l'allarmismo hanno contribuito i timori di problemi per le grandi banche europee finite nel mirino di indagini delle autorità Usa e Gb per presunti ruoli che avrebbero avuto nelle vendite negli anni scorsi di titoli finanziari a rischio, ad esempio quelli negli Usa legati ai mutui subprime. Il tutto ha innescato nuove pesanti cadute dei titoli bancari con sospensioni dagli scambi per eccessi di ribasso.

Intanto il clima di tensione è tornato a penalizzare i titoli di Stato della penisola, provocando aumenti dei rendimenti che su queste emissioni si muovono nella direzione specularmente opposta al prezzo. Nel pomeriggio i tassi retributivi sui Btp decennali hanno raggiunto il 5,55 per cento, secondo Tradeweb. All'opposto la tensioni continua a premiare i titoli ritenuti più sicuri, come l'oro o le obbligazioni della Germania, i Bund, che specularmente vedono così i rendimenti calare, oggi a minimi storci dell'ordine dell'1,85 per cento. In questo modo è tornato ad ampliarsi il differenziale (spread) di rendimento tra Btp e Bund, sempre sulla scadenza decennale, è risalito oggi a 370 punti base. Materialmente significa che per trovare acquirenti i bond italiani devono offrire 3,70 punti percentuali di rendimento in più rispetto ai tedeschi.

Intanto si accumulano tensioni anche sul mercato dei Cds (Credit default swaps), i contratti di assicurazione contro le insolvenze sui pagamenti nelle obbligazioni. Si esprimono in punti base e oggi i Cds sui bond italiani sono saliti a quota 417, segnando un nuovo picco: significa che costa 417 mila dollari assicurare bond italiani per 10 milioni di dollari. Aumenti si sono registrati anche sui Cds sulla Spagna, a 407 punti base, sulla Francia, a 180 punti base, e perfino sulla Germania, a 82 punti base. Intanto se la Bce è tornata ad aumentare i suoi acquisti di titoli di Stato dell'area euro, operazioni mirate volte a calmierare i segmenti sotto tensione, intervenendo ad un convegno a Parigi il suo futuro presidente, il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi ha avvertito che non bisogna dare per scontati questi interventi. Soprattutto non sono un sistema per eludere i passi necessari per risolvere i problemi alla base della crisi: i deficit di bilancio, che provocano l'aumento dei debiti pubblici, e la cui correzione chiama in causa la responsabilità dei governi.