Mentre il Premier tace, Letta e il Colle «guardano» alle opposizioni
Pd-Terzo Polo: Saremo responsabili, ma via Berlusconi. Il Cav teme manovre
ROMA - In questi casi il silenzio conta più di ogni presa di posizione, appello, auspicio. E siccome la situazione è seria e preoccupante, a Silvio Berlusconi è stato vivamente consigliato di non intervenire pubblicamente. Annullare la telefonata di Mirabello, gli ha spiegato Gianni Letta, significa evitare polemiche con la magistratura sulla recente sentenza del Lodo Mondadori, ma soprattutto non dare all'esterno (e in particolare ai mercati) l'immagine di un quadro politico caotico. Ogni parola sulla situazione delle aziende di famiglia, ma anche ogni tensione capace di scatenare polemiche, sarebbe stata controproducente rispetto allo spettro che da almeno 48 ore - e in particolare da stamane - agita il mondo della politica e della finanza: l'assalto della speculazione.
Per evitare che alla riapertura dei mercati l'Italia diventi vittima di un assedio degli speculatori, già stasera si è riunita la Consob per vietare le vendite allo scoperto. E mentre l'Europa si muove per porre un freno al rischio che la Grecia contagi l'intero sistema, Roma ragiona sul da farsi nell'immediato. Riferiscono diverse fonti che Letta mantiene in queste ore un filo diretto con il Colle. E Giorgio Napolitano, dal canto suo, avrebbe contattato negli ultimi giorni i leader dell'opposizione, per consegnare un chiaro messaggio: serve responsabilità. Ricevendo, sembra, rassicurazioni, affiancate però da una subordinata di natura politica: se sulla manovra si allarga di fatto la maggioranza, se i tempi di approvazione dovessero risultare accorciati grazie all'atteggiamento giudizioso delle opposizioni, Silvio Berlusconi dovrà trarne le conseguenze politiche.
Il Cavaliere, da sempre allergico a ogni ipotesi di passo indietro, ha trascorso metà giornata in Sardegna, poi è volato a Milano. Solo martedì rientrerà nella Capitale. Il dilemma del presidente del Consiglio, demoralizzato dalla sentenza Mondadori e ancora pronto a valutare blitz per evitare l'esecutività della condanna, è se sia utile o meno tendere una mano all'opposizione che, inevitabilmente, ne chiederà come contropartita la testa. Di certo vanno decriptate con attenzione le parole di Paolo Bonaiuti, 'ambasciatore' berlusconiano oggi a Mirabello. «Per il governo è il momento della responsabilità e dell'unità». Messaggio innanzitutto valido in chiave interna, dopo le voci di dimissioni di Tremonti e il fuoco di sbarramento contro il superministro. Non è il momento di assaltare la manovra né di sparare sul Tesoro, questo è sembrato a molti il messaggio preoccupato consegnato ai cronisti da uno degli uomini più vicini al premier.
Berlusconi, dal canto suo, resta sempre timoroso di manovre di Palazzo capaci di destabilizzare il governo, ma bilancia questa preoccupazione di ribaltone e di governi istituzionali con la consapevolezza che alternative al momento non sembrano prospettarsi all'orizzonte. «Di certo non Tremonti», fanno notare anche dal Pdl e dal Terzo Polo. Ma è proprio a scenari alternativi quello a cui sembra puntare l'opposizione e, secondo i più speranzosi dirigenti del centrosinistra, settori crescenti del Carroccio. Domani alla riapertura dei mercati si vedrà se le rassicurazioni del governo, il silenzio del premier, il lavorio di Letta e gli inviti alla responsabilità di Napolitano sortiranno gli effetti sperati.
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