18 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Il Colle attento alla verifica

Berlusconi chiede tempo sul dopo Alfano

Il Premier non avrebbe fatto nomi nell'incontro al Quirinale. Bilancio positivo del 2 giugno

ROMA - Reciproca soddisfazione per la ribalta internazionale ottenuta dall'Italia in occasione delle celebrazioni del 2 giugno. Tuttavia, nel faccia a faccia di circa un'ora tra il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il premier Silvio Berlusconi, presente come sempre anche Gianni Letta, era inevitabile che trovasse spazio anche il tema della successione ad Angelino Alfano al ministero della Giustizia e della verifica parlamentare a cui maggioranza e governo saranno chiamati a fine mese.

In questi giorni il capo dello Stato e il Cavaliere si sono «incrociati» spesso: ieri prima alla parata ai Fori Imperiali e in serata al ricevimento offerto dal Quirinale. E accadrà ancora lunedì quando, sia la prima che la quarta carica dello Stato, saranno a piazza di Siena per il carosello storico dell'Arma dei carabinieri. Incontri contraddistinti da un clima piuttosto formale, frutto anche di una storia di rapporti che hanno vissuto spesso momenti di tensione.

Premier «soddisfatto» per gli incontri di Roma - Nel faccia a faccia di oggi però sia Napolitano che Berlusconi hanno esordito sottolineando la soddisfazione per gli incontri di levatura internazionale che si sono svolti a Roma. Il premier, secondo quanto viene riferito, ci avrebbe tenuto a smentire indiscrezioni di stampa che lo volevano «infastidito» dal protagonismo del capo dello Stato e avrebbe posto l'accento sugli incontri avuti: il trilaterale con il presidente della Federazione russa Dmitri Medvedev e il vicepresidente Usa Joe Biden, ma anche il colloquio con il vicepresidente della Repubblica Popolare Cinese Xio Jinping e il presidente dell'Autorità Nazionale palestinese Abu Mazen in vista anche dell'incontro che terrà nei prossimi giorni a Roma con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

Ma è sul prossimo Guardasigilli che si sarebbe concentrata l'attenzione. Ministero chiave quello della Giustizia per il quale il Colle auspica una scelta di alto profilo. Berlusconi - secondo quanto viene riferito - non avrebbe fatto nomi ma sottolineato di avere bisogno di un po' di tempo. E questo da una parte perché Alfano, oltre a dover entrare ancora pienamente in carica come segretario nazionale del Pdl, ha chiesto di portare a termine alcuni provvedimenti come il codice antimafia. Dall'altra il premier, sempre secondo quanto viene spiegato, avrebbe sottolineato la necessità di svolgere una serie di adempimenti di partito (come la convocazione del Consiglio nazionale) ma anche di trovare un'intesa nella stessa maggioranza. In pole position nei progetti del premier resta Maurizio Lupi, ma oggi Roberto Maroni ha dato la disponibilità della Lega a occuparsi di quel ministero, possibilità auspicata da Gianni Letta anche per 'saldare' l'asse con il Carroccio. Non piace invece al Cavaliere l'ipotesi di un tecnico: Berlusconi ricorda infatti le non felici esperienze di Ruggero agli Esteri e di Siniscalco all'Economia.

Durante il colloquio si è poi parlato della verifica parlamentare, sollecitata dal Colle, e calendarizzata alla Camera dopo il 20 giugno. Il Quirinale considera il passaggio in Aula e il «rimpastino» (è ancora vacante la poltrona di ministro delle Politiche Ue) come due questioni distinte. Insomma, i cambi alla guida dei dicasteri saranno altri passaggi che il Quirinale valuterà attentamente, nel rispetto delle proprie prerogative.