Alemanno: Sui Ministeri urge colloquio con Berlusconi
Il Sindaco della Capitale: Lo spostamento sarebbe una «rottura politica gravissima»
ROMA - La levata di scudi nel Pdl di fronte all'ipotesi dei ministeri spostati al Nord si incarna soprattutto nel sindaco di Roma Gianni Alemanno, che dopo il duro comunicato di ieri era oggi ribadisce in una intervista a Repubblica, «il via libera di Berlusconi rappresenterebbe una rottura politica gravissima». Il sindaco attacca la Lega, parla di «dispetti territoriali», sottolinea di aver «avuto le più ampie rassicurazioni che il problema non si pone» e in ogni caso «restano balle per di più surreali visto che si tratta di traslochi leggerissimi, quasi inesistenti, ministeri senza portafoglio».
«NEL PDL VA CELEBRATO IL CONGRESSO» - Quanto alle possibili ricadute della vicenda, Alemanno ribadisce «non ci sto» ma dice di non avere intenzione di dimettersi, «ho un mandato dagli elettori di Roma». E aggiunge «Nel Pdl va celebrato finalmente il congresso. Dobbiamo fare in modo che la struttura di partito diventi una realtà».
Tuttavia, e qui è il punto, «i ripetuti proclami della Lega impongono un colloquio urgente con Berlusconi che io e la presidente Polverini abbiamo già chiesto». Sottolinea Alemanno, «l'insistenza della Lega non può non destare preoccupazioni» e aggiunge che «il decentramento va benissimo, fa parte del federalismo, ma gli attori non sono i ministeri. Sono le autonomie locali e le regioni. Si possono immaginare dei consigli dei ministri itineranti, si può pensare a distaccamenti operativi, (..) l'importante è non ledere il ruolo della capitale».
CAMPAGNA ELETTORALE - L'intervistatore passa alla questione della campagna elettorale milanese, alla radice delle richieste leghiste. «Il sindaco stia sui problemi quotidiani dei cittadini» taglia corto Alemanno. Berlusconi, suggerisce, alla campagna elettorale «può partecipare ma la protagonista assoluta deve essere la Moratti. Che farebbe bene a presentare nei prossimi giorni una squadra di governo che di un'immagine forte della futura amministrazione».
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