20 agosto 2025
Aggiornato 09:00
Polemiche dopo la nota del Quirinale

Napolitano: Sul Governo si esprimano le Camere. Ma il Pdl: Già fatto

Fli-Idv: «Serve un voto dell'Aula». Ma potrebbe bastare una comunicazione

ROMA - Sorrisi, racconti emozionati e dichiarazioni piene di buone intenzioni alle telecamere: i nove nuovi sottosegretari che hanno giurato questa mattina nelle mani del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, forse non si aspettavano che a gettare un'ombra su uno dei giorni più belli della loro vita, arrivasse nel pomeriggio una nota del Quirinale di poche ma «chirurgiche» righe, in cui si chiede che il Parlamento si esprima sulle «novità intervenute nella maggioranza che sostiene il governo». Parole che suscitano una piccata reazione del Pdl: di voti di fiducia - è il senso della replica - ce ne sono già stati, a cominciare dal 14 dicembre.

Il giorno dopo la nuova infornata di sottosegretari, ma a distanza di quasi due mesi dalla nomina del 'Responsabile' Saverio Romano alla guida dell'Agricoltura, il Colle ha deciso dunque di intervenire per sottolineare che la maggioranza è diversa «rispetto alle componenti della coalizione che si è presentata alle elezioni politiche» e che quindi «spetta ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio valutare le modalità con le quali investire il Parlamento delle novità intervenute nella maggioranza che sostiene il governo».

Ma la replica vergata dai capigruppo del Pdl di Camera e Senato rappresenta un sostanziale 'no, grazie' di fronte all'esortazione di Napolitano. Le nomine di governo - hanno affermato - sono avvenute «nel pieno rispetto delle norme costituzionali e delle prerogative del capo dello Stato», ma soprattutto «numerosi voti di fiducia, a partire da quello della svolta del 14 dicembre, hanno chiarito il quadro politico, con ripetute verifiche nelle sedi parlamentari».

Dal Pd arriva una posizione low profile, in cui ci si rimette «alle decisioni dei presidenti delle Camere». A dare un'interpretazione in chiave anti-governo è invece il capogruppo di Fli, Italo Bocchino secondo il quale Napolitano ha «fatto emergere» che si è di fronte a un esecutivo «ribaltonista» che ha bisogno di un voto parlamentare per essere legittimato. Attacca anche l'Idv: «Il presidente Napolitano ha ragione, l'attuale governo - ha affermato il capogruppo alla Camera, Massimo Donadi - è sostenuto da un'altra maggioranza rispetto a quella uscita dalle urne e Berlusconi ha il dovere di presentarsi alle Camere e chiedere la fiducia per il nuovo esecutivo». A giudizio di una delle new enty come Bruno Cesario, tuttavia, potrebbe «bastare una comunicazione alle Camere».