Nomi rimpasto ancora in mano al Cavaliere
Le caselle, insomma, a meno di clamorose novità non saranno occupate neanche domani. Maggioranza ancora senza quadra. Dal Colle attenzione su nomi
ROMA - Ancora due settimane, poi forse il rimpasto potrà avere luogo. Di rinvio in rinvio, infatti, slittano ancora gli attesi ingressi nel governo. Le caselle, insomma, a meno di clamorose novità non saranno occupate neanche domani. Dovranno aspettare, insomma, le due new entry annunciate (Paolo Bonaiuti e Saverio Romano), così come dovrà attendere Giancarlo Galan (destinato forse ai Beni culturali, forse alla presidenza dell'Enel). E dovranno attendere i tanti 'responsabili' che sognano incarichi di viceministri e sottosegretari.
OPERAZIONE «ALLARGAMENTO» - Proprio loro, i Responsabili, discutono e si riuniscono da giorni per tradurre il peso delle diverse componenti in posti di governo. Reclama due ingressi nell'esecutivo la componente di Noi sud. Chiede il ministero l'ala ex Udc siciliana. Aspira a una poltrona Bruno Cesario, riferiscono le stesse fonti, non dispiacerebbe a Silvano Moffa fare il capogruppo dei responsabili, dirottando Sardelli al governo. Dal Pdl, intanto, prosegue l'operazione allargamento: sono stati contatti diversi deputati, dalla futurista Giulia Cosenza a due Mpa, fino a un deputato Idv (anche se il dipietrista Borghesi smentisce passaggi).
TROVARE LA QUADRA - Ma il rinvio dell'ora «x» per la definizione della squadra di governo è motivato proprio dalla necessità di trovare la «quadra» tra le varie componenti della maggioranza. Su alcune candidature la Lega Nord ha mostrato palesi perplessità. C'è poi un altro elemento. Come da prassi in vista di un rimpasto di governo i nomi dei 'papabili' vengono prima annunciati, in via informale, al presidente della Repubblica e la valutazione del Quirinale ha sempre un peso importante. Basti ricordare il caso Brancher, il ministro senza portafoglio e con un processo pendente su cui Napolitano ha preso una posizione molto netta: per lui nessun 'legittimo impedimento'. Ed è finita, come si sa, con le dimissioni. Il Colle è molto vigile e sensibile davanti a questo genere di problemi e pare che qualche dubbio sia giunto anche stavolta.
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