28 agosto 2025
Aggiornato 00:00
Libia

L'UE condanna la repressione: «Fermare subito le violenze»

«Legittime» richieste manifestanti. Frattini: «L'Italia si associa. Si avvii un dialogo aperto inclusivo guidato dalla Libia»

BRUXELLES - I ventisette Paesi membri dell'Unione Europea hanno condannato in una dichiarazione congiunta la repressione delle manifestazioni anti-governative in Libia, chiedendo che si metta fine «immediatamente» alle violenze: è quanto si legge in un comunicato diffuso a Bruxelles.
I Ministri degli Esteri dell'Ue «condannano la repressione in corso in Libia, deplorano la violenza e la morte di civili» e chiedono che «il ricorso alla violenza contro i manifestanti cessi immediatamente» ed esortano «tutte le parti in causa a dar prova di moderazione», ribadendo che il governo libico deve rispondere alle «legittime richieste» della popolazione.

«L'Italia condanna la repressione in corso contro i dimostranti in Libia e la morte di civili, deplora la morte di civili e chiede che cessi immediatamente il ricorso alla violenza contro i manifestanti». Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, nella sua conferenza stampa alla fine del Consiglio Esteri dell'Ue, oggi a Bruxelles.
La dichiarazione è una frase delle conclusioni del Consiglio, letta dal ministro sostituendo il soggetto, l'Italia, all'Ue, per controbattere ai cronisti che gli chiedevano se la sua posizione in Consiglio fosse stata più 'morbida' con il regime di Tripoli, o addirittura 'isolata' rispetto a quella degli altri colleghi europei.
Noi chiediamo, ha continuato Frattini, sempre riferendosi alle posizioni dell'Ue «che in Libia siano rispettate la libertà di espressione, la libertà di riunione pacifica, i diritti umani, le legittime aspirazioni alle riforme del popolo», e, ha aggiunto il ministro, «che si avvii un dialogo aperto inclusivo guidato dalla Libia».