Fiducia, i sì sono 342: finiani decisivi
275 i voti contrari, tre astensioni. Presenti al voto 617 depuati. Bossi: numeri limitati. Briguglio: «Senza Fli il Governo non esiste»
ROMA - Il governo ha ottenuto la fiducia alla Camera dei deputati con 342 sì, 275 no e 3 astenuti. La maggioranza era fissata a 309 deputati. I votanti di oggi sono stati 617.
I voti del gruppo di Futuro e Libertà e del movimento per l'Autonomia risultano decisivi per la maggioranza alla Camera. Senza il sì dei 34 deputati finiani e dei cinque del movimento di Raffaele Lombardo, infatti, il governo oggi non avrebbe ottenuto la fatidica 'quota 316', cioè la metà più uno dei componenti dell'Assemblea di Montecitorio. Se ai 344 voti con cui l'esecutivo ha ottenuto la fiducia oggi si sottraggono quelli di Fli e Mpa, la maggioranza si ferma a 305.
DOMANI IL SENATO - Seconda e ultima puntata domani a palazzo Madama della verifica parlamentare sul Govenro Berlusconi iniziata oggi a Montecitorio. Il voto di fiducia del Senato, dopo il risultato a Montecitorio, è scontato. I senatori eletti sono in tutto 315, ai quali si devono aggiungere i sei senatori a vita in carica: Carlo Azeglio Ciampi, Emilio Colombo Rita Levi Montalcini, Oscar Luigi Scalfaro, Sergio Pininfarina. In totale, dunque, un'assemblea di 321 parlamentari la cui maggioranza assoluta, 161 senatori, corrisponde esattamente al numero di senatori di cui dispongono Pdl (135) e Lega (26).
Ai quali si aggiungeranno, secondo lo schema di Montecitorio, i voti del gruppo finiano di Fli (10 senatori) e dell'Mpa: Pistorio, Oliva e Bulgaretta. Probabile anche il sì dall'ex presidente Pd della Vigilanza Riccardo Villari, ora nel gruppo Misto, e forse anche dell'ex Governatore sicialiano Totò Cuffaro che, con Adriana Poli Bortone (da lei è probabile il voto contrario alla fiduciafa) parte del gruppo Udc-Autonomie. Scontati, invece i no a Berlusconi da Pd, Idv e Udc.
A Palazzo Madama il discorso programmatico alla base della fiducia che ricalcherà in gran parte quello di questa mattina alla Camera, è previsto intorno alle 9,30. Seguirà il dibattito. Che dovrebbe concludersi fra le 16 e le 16,30 quando Berlusconi riprenderà la parola per la sua replica destinata a concoludersi, con ogni probabilità con la richiesta della fiducia autorizzata oggi dal Consiglio dei Ministri. A seguire le dichiarazioni di voto finale, che precederanno l'ultimo atto della due giorni di verifica parlamentare sul Governo: il sì anche del Senato alla fiducia a Berlusconi, atteso fra le 18 e le 19.
BOSSI - Umberto Bossi esprime tutti i suoi dubbi sulla tenuta del Governo, dopo che la Camera ha dato la fiducia a Silvio Berlusconi ma con i finiani determinanti: «I numeri sono risicati, la strada è stretta», dice in Transatlantico. Del resto, ricorda il leader della Lega, «nella vita è meglio prendere la strada maestra, e allora la strada maestra era il voto. Berlusconi non ha voluto, e ora siamo qui...».
BRIGUGLIO - Senza Futuro e Libertà il governo non ci sarebbe, i finiani sono quindi determinanti. Lo rivendica Carmelo Briguglio, commentando i risultati del voto di fiducia alla Camera. «Il presidente del Consiglio - afferma il deputato di Fli - ha dovuto prendere atto in aula che il Gruppo di Futuro e Libertà c'è, si è conquistato il suo spazio e ha creato un'intesa politica e programmatica con l'Mpa di Raffaele Lombardo, essenziale per l'esistenza stessa della maggioranza di governo. Il risultato del voto ha detto agli italiani che senza Futuro e Libertà non ci sarebbe più questo governo».
«La politica ha battuto lo shopping di parlamentari e il tentativo di cambio della maggioranza. Berlusconi ne tenga conto e si impegni davvero ad assicurare coerenza tra le parole che ha pronunciato oggi e i fatti che dovranno seguire nei prossimi giorni», conclude Briguglio.
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