19 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Il caso del Sottosegretario

Alfano difende Caliendo: sui principi non ci si astiene

Il Ministro della Giustizia in Aula: «In gioco nel voto di sfiducia il giusto equilibrio tra garantismo e legalità»

ROMA - E' un appello al voto di coscienza dei deputati a dire sì o no alla sfiducia al Sottosegretario Caliendo «perché in gioco in questo voto ci sono principi fondamentali e sui principi non ci astiene» quello che il ministro della Giustizia Angelino Alfano, rivolge alla Camera guardando fra i banchi di centro e centrodestra nella replica conclusiva della discussione generale in cui difende a spada tratta «il diritto» del sottosegretario Giacomo Caliendo a restare sottosegretario con lui a via Arenula nel governo Berlusconi, seppure iscritto sul registro degli indagati della Procura di Roma per l'inchiesta sulla cosiddetta P3.

«In gioco in questo voto - sottolinea Alfano - c'è qualcosa di molto di più della sfiducia personale a un sottosegretario. C'è il giusto equilibro che il Parlamento, nella sua autonomia e sovranità, deve saper stabilire fra il principio fondamentale alla presunzione di innocenza per ogni cittadino, membri del governo compreso. E il dovere di essere allontanato dal governo o da ogni incarico pubblico chi lo ricopre con indegnità, anche se non colpevole o condannato. Noi difendiamo questo tipo di equilibrio a salvaguardia del valore fondamentale del garantismo e di quello di vera legalità. Chi vuole la sfiducia, invece, la vuole 'a prescindere' dalla responsabilità: per un solo avviso di garanzia. E' un diverso principio di garantismo. E quello che si affermerà varrà anche per il futuro. A quale sia l'equilibrio giusto, fermo restando autonomia e indipendenza del giudizio della Magistratura, il Parlamento deve saper dire sì o no, secondo coscienza. Perché sui principi non ci astiene, E invece purtroppo c'è chi piega il voto sui principi alla convenienza della utilità politica del contingente...