20 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Fine dell'esame del ddl

Intercettazioni, Napolitano: modifiche merito del Parlamento

Ma il Pd ne chiede altre. E nel Pdl non piace la norma sui blog che stabilisce l'obbligo di rettifica entro le 48 ore

ROMA - All'indomani della fine dell'esame del ddl intercettazioni in commissione Giustizia alla Camera, arriva l'apprezzamento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, allo sforzo compiuto dal Parlamento, uno sforzo «teso a comporre i molteplici contrasti emersi nell'opinione pubblica e nel Paese».

I VALORI - Nel corso della tradizionale cerimonia del Ventaglio al Quirinale, il capo dello Stato, che non ha mai nascosto le sue perplessità a cominciare dal testo approvato in prima lettura alla Camera e poi al Senato soprattutto nella parte che riguardava il divieto di pubblicazione delle intercettazioni, rileva il «merito della dialettica parlamentare» che ha richiesto «un tempo non breve e un percorso faticoso» che non deve stupire perché «perché si trattava di bilanciare tra loro diversi valori e diritti, tutti egualmente riconosciuti in Costituzione». Napolitano li richiama tutti: «Il valore della sicurezza dei cittadini e dello Stato, da garantire con l'imperio della legge, contrastandone e colpendone ogni violazione attraverso la ricerca e la verifica, con i mezzi indispensabili, degli indizi di reato, e l'esercizio della funzione giurisdizionale secondo i principi del giusto processo. Il valore della libertà di stampa e più in generale di informazione; ovvero il diritto dei cittadini di essere informati e il relativo dovere di informare che impegna quanti esercitano tale professione». E ancora, «il valore della libertà di comunicazione tra le persone, il diritto al rispetto della riservatezza e della dignità delle persone. Nessuno di questi valori e diritti può mai essere invocato contro gli altri». Definire il «miglior bilanciamento possibile» tra questi valori e diritti, rileva il presidente della Repubblica, «è funzione delicata ed essenziale innanzitutto del legislatore» e secondo Napolitano questo sforzo è stato compiuto ed è «ancora in atto» in Parlamento soprattutto nella terza lettura del provvedimento in corso alla Camera.

IL PD CHIEDE ALTRE MODIFICHE - Se ci saranno altre modifiche al ddl Alfano che nel corso dell'esame in Commissione ha cambiato volto soprattutto nella parte riguardante il cosiddetto bavaglio alla stampa si vedrà in Aula a Montecitorio dove il ddl approderà per la discussione generale il 29 luglio prossimo. Ieri il Pdl Enrico Costa ha sottolineato che il testo uscito dalla Commissione era da ritenersi «un punto di convergenza definitivo» ma le opposizioni continuano a chiedere miglioramenti e soprattutto un rinvio dell'esame a settembre: oggi nel mirino del Pd, che ribadisce il voto contrario al complesso del ddl, è soprattutto la norma del provvedimento che cancella un articolo della legge Falcone del '91 rendendo di fatto più difficili le intercettazioni per indagare su associazioni a delinquere. Una norma che secondo la democratica Donatella Ferranti «tarpa le ali a tutte quelle indagini, come quelle sulla P3 e sulla cricca degli appalti, da cui è verosimile attendersi ulteriori sviluppi in nuovi filoni d'indagine».

BLOG - Non solo dall'opposizione poi viene la richiesta di sopprimere la norma che stabilisce l'obbligo di rettifica entro 48 ore anche per i blog: «E' un passaggio gravissimo e fuori dal mondo» denunciano il senatore democratico Vincenzo Vita e il portavoce di Articolo 21, Giuseppe Giulietti. A loro si unisce anche il deputato del Pdl Bruno Murgia che osserva: «Non annullare l'obbligo di rettifica per i blog e i siti internet è un errore madornale. Questa norma dimostra la scarsa conoscenza su come funziona le rete e rende impossibili fare attività online che negli altri paesi vengono salutate come una grande conquista democratica».