Bersani: unità nazionale, si ma senza Berlusconi
Bossi sfotte Casini: «Nomen omen». Udc: «Non allargheremo la maggioranza»
ROMA - Governo di unità nazionale sì, ma senza Silvio Berlusconi. Dopo Dario Franceschini, è toccato oggi al segretario del Pd Pierluigi Bersani aprire alla possibilità di fronteggiare la crisi con un esecutivo che raccolga forze politiche di maggioranza e opposizione. Unica, pesante condizione resta però il passo indietro dell'attuale premier. Intanto nel centrodestra continua il dibattito sull'eventualità di un allargamento della maggioranza all'Udc. Perplessa resta la Lega, possibilista il Pdl, mentre il leader centrista Casini ribadisce lo stop: Stiamo parlando del nulla.
BERSANI: «BERLUSCONI C'E'» - Parlando a Milano, Bersani apre a un governo di emergenza, ma poi mette in chiaro: «Se non c'è Berlusconi si aprono orizzonti di ogni genere, il problema è che Berlusconi c'è e quindi non possiamo distrarci, ma dobbiamo fare un'opposizione forte». Ancora più cauto Massimo D'Alema, che richiama al realismo: parlare in questo momento di un «governo di emergenza nazionale» è «prematuro», si tratta di «dibattiti che non servono a niente. Al governo c'è Berlusconi, mi pare che questa discussione sia abbastanza prematura, sono dibattiti che apriamo tra di noi allo scopo di creare problemi tra di noi».
L'UDC E LA MAGGIORANZA - Sul fronte Udc, invece, il ministro delle Riforme Umberto Bossi pronuncia parole nette contro un possibile ingresso del partito di Casini nel governo: «Nomen omen: Casini. L'altra volta quando entrò nel governo fu un disastro. Tutti i giorni si smontava qualcosa, si metteva di traverso. Spero non sia la stessa roba se mai dovesse entrare. Io nel dubbio, visto quello che è successo l'altra volta, sarei molto cauto». Di diverso avviso il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto: «E' certamente auspicabile che venga tenuto fermo l'attuale equilibrio di governo e di maggioranza. Ciò, però, non esclude affatto che, vista l'estrema gravità della situazione economica internazionale, non si facciano i conti con i settori più responsabili dell'opposizione, e l'Udc certamente lo è». E, d'altra parte, sono prima Casini e poi il segretario centrista Lorenzo Cesa a usare le stesse parole per smontare ufficialmente ogni prova d'intesa. «Stiamo parlando del nulla, non ci sono novità, all'Italia servono le cose vecchie o le nuove? Servono le nuove, le cose vecchie sono trasformismo, non ci interessano, sono degradanti», assicura il primo. «Sono due giorni che Bossi 'se la canta e se la suona' da solo. Parla del nulla, perche' da parte dell'Udc non c'è nessuna disponibilita' a entrare in questo Governo», rincara la dose il secondo.
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