Berlusconi: evitare un nuovo caso Ruggiero
PdL: «No ad un tecnico». Bossi non esclude un leghista all'Agricoltura, La Russa lo frena
ROMA - Un interim breve, questione di «giorni». Il tempo di parlarne con gli alleati e sfogliare la rosa di nomi che, comunque, ha già «in mente». Silvio Berlusconi arriva alla Camera per partecipare al voto sul decreto incentivi, per la prima volta nel doppio ruolo di premier e ministro competente. Ma, conversando con i giornalisti, sottolinea subito che il ministero dello Sviluppo economico non rimarrà a lungo nelle sue mani. Poi, a pranzo, incontra lo stato maggiore dell'ex An e i coordinatori del partito e ribadisce il concetto: l'interim sarà breve, la prossima settimana potrebbe spuntare fuori il successore di Scajola.
Un successore che, nonostante le pressioni della Lega, difficilmente sarà un esponente del Carroccio. Se infatti Umberto Bossi non esclude il passaggio di Giancarlo Galan allo Sviluppo economico e il ritorno di un leghista all'Agricoltura, Ignazio La Russa è netto: «Sicuramente abbiamo appena fatto un riequilibrio con la Lega, io penso che questi equilibri all'interno della coalizione siano già corretti. Non ci saranno comunque drammi, ma credo che sarà un politico del Pdl e non un tecnico».
I nomi sono sempre gli stessi, quelli circolati negli ultimi giorni, da Paolo Romani a Guido Crosetto, da Maurizio Lupi a Giampiero Cantoni. Sembra perdere corpo l'ipotesi di una figura tecnica anche perché, come ha spiegato durante la riunione di Palazzo Grazioli il Cavaliere, «dobbiamo stare attenti, serve una sensibilità politica e la politica bisogna saperla fare». Di più, il premier ha messo in guardia dal rischio «di un nuovo caso Ruggiero».
Il premier, nel pomeriggio, ha inoltre evitato di commentare con i giornalisti l'inchiesta che sta coinvolgendo esponenti di spicco del partito. E, come raramente gli accade, non ne ha approfittato per affondare il colpo contro i giudici. «Mai parlato di congiure e complotti» contro il governo, fa sapere. Il ché, ovviamente, non vuole dire che non ce l'abbia con le toghe. «Penso - ha assicurato - che tutto vada avanti come sempre. Con i magistrati politicizzati e basta». Insomma, «non è cambiato niente».
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