25 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Altre tensioni nella maggioranza

Dopo Scajola interim a Berlusconi

Pressing del Carroccio che ipotizza anche una «promozione» per Calderoli. Rosa di nomi dal Pdl

ROMA - Il messaggio è stato recapitato a Silvio Berlusconi, la Lega è interessata al giro di poltrone che si potrebbe innescare dopo le dimissioni di Claudio Scajola. Nei contatti avuti nelle ultime ore con il premier Silvio Berlusconi, il Carroccio non ha nascosto la possibilità di piazzare un proprio uomo allo Sviluppo economico. Sul nome, spiegano fonti «padane», vige il massimo riserbo, ma due potrebbero essere le strade percorribili: l'innesto di un dirigente come Giancarlo Giorgetti o, in alternativa, la promozione di Roberto Calderoli.

La Lega ha fatto notare al premier che la scelta di sostituire Luca Zaia con un pidiellino, sia pure concordata prima delle regionali, ha però di fatto scardinato l'automatismo che prevede avvicendamenti governativi con protagonisti dello stesso partito. E per far capire che qualcosa al Carroccio spetta, c'è stato anche chi ha proposto a Berlusconi un leghista alle Comunicazioni. Proposta irricevibile, com'è ovvio, ma che fotografa il clima. Certo, Bossi prima ha smussato: «Nella maggioranza non c'è nessun problema» sulla sostituzione del ministro. Ma poi ha aggiunto: «Adesso Berlusconi ha bloccato tutto, ci sarà una discussione sul programma, non sul chi».

Nomi in realtà ne girano molti, tanto che lo stesso premier, oggi al Colle da Giorgio Napolitano, ha giustificato la scelta di assumere l'interim anche motivandola con la necessità di prendere tempo visto il ventaglio di possibilità. L'ipotesi di una staffetta con un leghista preoccupa e non poco il Pdl. Come spiega un ex aennino schierato oggi con Berlusconi, «mettere un leghista su quella poltrona significherebbe far esplodere il Pdl. E non mi sembra proprio il momento...».

Anche nel Popolo della libertà, comunque, molto si muove. Alcuni fonti riferiscono di un pressing «asfissiante» di Giancarlo Galan per un proprio 'trasferimento' allo Sviluppo economico (con il ritorno magari di un leghista all'Agricoltura). Pressing negato da Galan ma confermato da diverse fonti del Pdl. Altra possibilità alimentata dai capannelli in Transatlantico prevede invece l'ingresso nel governo di Fabrizio Cicchitto e l'ascesa di Maurizio Lupi alla presidenza del gruppo della Camera o, in alternativa, l'innesto di Lupi direttamente nel governo. Senza dimenticare la 'corsa' di Paolo Romani, attuale sottosegretario alle Comunicazioni.

La partita è abbastanza complessa dall'aver influenzato anche la visita di Berlusconi al Colle. Nell'incontro, durato circa quaranta minuti e definito cordiale, Napolitano ha firmato il decreto in cui si accettano le dimissioni di Scajola e si affida l'interim al premier. Il presidente del Consiglio avrebbe spiegato al capo dello Stato di essere stato «colto alla sprovvista» dalle dimissioni di Scajola, di non avere intenzione di mantenere a lungo nelle sue mani la responsabilità del dicastero, ma allo stesso tempo avrebbe chiesto «più tempo» per presentare il nome del nuovo ministro. In particolare, il premier avrebbe parlato di spinte contrapposte all'interno della maggioranza e della necessità di cercare una «soluzione di sintesi» che metta d'accordo tutti. Lo stesso Berlusconi - sempre secondo quanto viene riferito - non avrebbe fatto nomi ma sottolineato che «ci sono molti candidati».