29 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Elezioni regionali

L'Udc soffre per il Piemonte

Casini: «Siamo decisivi. Sollievo per la Polverini, ma nel Lazio il nostro partito è in calo»

ROMA - «Siamo determinanti in cinque delle sette regioni in cui abbiamo stretto alleanze e le altre due sono al fotofinish perché noi ci siamo schierati...». Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, si dice «soddisfatto» dei dati che arrivano dalle regioni, sottolinea che il suo partito si mantiene intorno a quel 6 per cento - seppure in leggera flessione rispetto alle ultime elezioni (5,8% secondo l'ultima proiezione - e non risparmia alle telecamere il liet motiv contro il bipolarismo, lanciando l'allarme sulla crescita della Lega da un lato e dell'Idv e della lista di Beppe Grillo dall'altro. Ma nella sede del partito di via dei Due Macelli è difficile nascondere l'amarezza per il risultato in Piemonte e il batticuore per il Lazio.

Per tutto il pomeriggio il testa a testa tra Roberto Cota e Mercedes Bresso e quello tra Renata Polverini ed Emma Bonino tiene sulle spine tutto il quartier generale centrista che fino alle 19 si limita infatti ai commenti sull'astensionismo: «Un dato allarmante», osserva il segretario Lorenzo Cesa aggiungendo: «Quando l'affluenza cala dell'8% è sintomo di una crisi di sistema, di questo sistema bipolare». Dai capannelli nei corridoi - sono presenti alcuni dirigenti locali del partito e alcuni deputati - si sente più volte la parola «errore» parlando della decisione di appoggiare la candidata del centrosinistra in Piemonte e, la battaglia fino all'ultima scheda anche nel Lazio, dove invece i centristi si sono alleati con il centrodestra, fa sprecare i gesti scaramantici nella speranza che «almeno in una delle due regioni vinca il candidato che appoggiamo noi».

Il primo commento sui dati è affidato al 'transfugo' dal Pd Renzo Lusetti che afferma: «Il nostro contributo è determinante». In Campania, in Calabria, dove l'Udc ha appoggiato i candidati vincenti del Pdl. E in Puglia dove, se il Pdl avesse deciso di appoggiare con l'Udc Adriana Poli Bortone, avrebbe battuto Nichi Vendola. Casini, quando alle 20 arriva nella sede del partito per commentare in diretta con i telegiornali della sera i risultati, si mostra particolarmente soddisfatto del dato pugliese che dimostra come «l'autosufficienza del Pdl non ha portato da nessuna parte». Per contro, l'ex presidente della Camera non può non ammettere il risultato negativo del Piemonte parlando apertamente di «sconfitta» della sua linea: «L'obiettivo di fermare la Lega lo abbiamo raggiunto in Liguria (dove l'Udc ha corso per il candidato del centrosinistra Burlando, ndr) ma non in Piemonte dove abbiamo perso».

Il leader dei centristi assicura che se si votasse domani per le elezioni politiche, tra un centrodestra dove «straripa» la Lega e un centrosinistra «messo in crisi» da Di Pietro e dal «fenomeno nuovo dei grillini», il suo partito sceglierebbe di correre da solo. Ma non manca di sottolineare: «Il Pdl senza di noi vince solo dove è trainato dalla Lega rispetto alla quale oggi ha subito una debacle». Tuttavia lontano da telecamere e taccuini a via dei Due Macelli non si nasconde la delusione per il risultato del Lazio dove si sperava che l'assenza della lista del Pdl a Roma portasse voti all'Udc: a fronte del 7,8% ottenuto alle regionali del 2005, il partito di Casini non supera il 6%. «Il partito nel Lazio non esiste», sussurra qualcuno...