3 maggio 2024
Aggiornato 23:00
Elezioni regionali

Caos liste anche in Lombardia, ma Formigoni è tranquillo

La Corte d'Appello boccia la sua lista. Irregolarità in oltre 500 firme. Non accolto lo stesso ricorso dei radicali contro la lista Penati Presidente

MILANO - Caos sulle liste delle elezioni regionali: dopo il caso del Lazio oggi è scoppiato quello della Lombardia e a essere a rischio è la ricandidatura al governo della Regione di Roberto Formigoni. La Corte d'Appello di Milano ha infatti deciso di respingere la presentazione del listino «Per la Lombardia» per insufficienza di firme valide, in seguito al riscontro di alcune irregolarità sulla documentazione presentata. La mancata accettazione del listino regionale, infatti, rende nulle tutte le altre liste provinciali collegate al listino regionale e rende nulla anche la candidatura che tale listino appoggia, cioè quella di Roberto Formigoni.

FORMIGONI TRANQUILLO - Nonostante il grande scalpore suscitato da questa notizia negli ambienti del centrodestra lombardo c'è tranquillità. «Non ci sono problemi - ha detto lo stesso Formigoni - perchè tutte le firme che abbiamo presentato sono valide e non c'è alcun dubbio che il ricorso che presenteremo sarà accolto». Il governatore uscente ha poi aggiunto: «Non ho alcun dubbio tutte le firme che abbiamo raccolto sono valide e che le opposizioni che sono sbizzarrite con insulti e parole di sarcasmo dovranno rimangiarsele». E la sua previsione sul risultato delle elezioni è univoca: «Faccio una scommessa sarò io a vincere».

Le firme valide raccolte per la candidatura di Formigoni alla Regione sono sufficienti anche secondo il responsabile della campagna elettorale dell'attuale governatore lombardo, l'onorevole Mario Mauro: «Nessun problema - ha assicurato il capogruppo del Pdl al parlamento europeo - le firme valide che abbiamo presentato sono più che sufficienti. Abbiamo già verificato che più sentenze del Consiglio di Stato rendono irrilevanti e non più necessarie alcune specifiche che invece la Corte di Appello di Milano ha ritenuto indispensabili. Il numero di firme valide da noi presentato è dunque largamente superiore al necessario».

LE REAZIONI - Da registrare, comunque lo stupore del leader della Lega Nord, Umberto Bossi. «Come si fa - si è chiesto il Senatur - a sbagliare a presentare le liste alle regionali?». Dal centrosinistra arrivano invece le dichiarazioni del principale sfidante di Formigoni, il candidato del Pd Filippo Penati: «Credo che i giudici debbano approfondire e noi vigileremo che le regole valgano per tutti - ha detto l'ex presidente della Provincia di Milano - e che non ci siano pressioni indebite. Ho già dato incarico a un poll di giuristi di controllare che questo non avvenga che non si cambiano le carte in tavola e che non ci siano pressioni indebite che purtroppo comincio a sentire che stanno circolando».

CAPPATO - I radicali dal canto loro tagliano corto. Formigoni «non è più candidato» alla presidenza della Regione Lombardia. «Al momento non c'è più una coalizione di centrodestra» ha spiegato Marco Cappato dopo che la corte d'appello di Milano ha accolto il ricorso della Lista Bonino-Pannella e ha escluso la lista guidata dall'attuale governatore. «Cade tutto il listino e tutte le liste collegate», ha osservato Cappato.

D'ALEMA: «NON SONO INCIDENTI» - Il presidente della fondazione Italianieuropei, Massimo D'Alema, non entra nel merito della esclusione delle liste del Pdl in Lazio e Lombardia ma chiede che «si rispettino le regole» come ha fatto il governo nel caso di Bologna ai cui cittadini è stato impedito di votare in questa tornata elettorale per «qualche ora di ritardo» nella presentazione delle dimissioni del sindaco Delbono.
Gli errori nella presentazione delle liste da parte del Pdl costituiscono, secondo D'Alema, un caso «abbastanza allarmante» perché «è difficile che persone che non sono capaci di presentare le liste siano capaci di governare». Per l'ex ministro degli Esteri «non sono incidenti, ma nascono da litigiosità interne in molti casi, che hanno portato quindi particolare frettolosità nella parte conclusiva delle operazioni».