23 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Politica. Governo

Berlusconi all'Aquila: qui un record, ad Haiti un dramma

Il Premier invia Bertolaso a Port-au-Prince

L'AQUILA - Oltre due mesi dopo l'ultima visita, era il 4 di novembre, Silvio Berlusconi torna a visitare le zone dell'Aquila colpite dal terremoto. Questa volta il premier incontra i bambini di una scuola primaria, poi pranza con una famiglia a Paganica, infine prende il caffè con una famiglia a Cansatessa: un'altra occasione per elogiare il lavoro svolto dal suo governo, «un'impresa straordinaria di cui andare fieri», ma anche per commentare i soccorsi per un altro terremoto, quello che pochi giorni fa ha devastato Haiti: «La situazione è drammatica, manca il coordinamento», denuncia il presidente del Consiglio.

E, da palazzo Chigi, annunciano che Berlusconi ha deciso di mandare Guido Bertolaso a Port-au Prince «per verificare con le autorità locali, i rappresentanti delle organizzazioni internazionali e degli altri Paesi coinvolti nella organizzazione dei soccorsi, tutte le iniziative che il Governo Italiano potrebbe adottare per fornire ulteriori contributi alla soluzione del dramma».

Inevitabile il paragone: a L'Aquila, dice il premier, «abbiamo fatto un record mondiale» per quel che riguarda l'efficienza degli aiuti. Nessun accenno invece alle questioni di politica interna: Berlusconi non risponde alle domande sulle regionali, nè tantomeno a quelle su Bettino Craxi, pur avendo partecipato oggi alla commemorazione in Senato.

Berlusconi vuole parlare del terremoto dell'Aquila, della «impresa straordinaria» compiuta, anche se «all'inizio abbiamo pensato anche noi che forse avevamo peccato di ottimismo a fissare dei tempi così stretti per la realizzazione di tutte queste cose. Invece tutti hanno risposto in maniera straordinaria», e alla fine le nuove case, «complete dentro e fuori», hanno anche «migliorato l'ambiente urbano rispetto alle case che c'erano prima». Insomma, «è un'opera di cui andare orgogliosi». Del tutto diversa la situazione ad Haiti: «E' drammatica», osserva il premier, «anche perchè «ci dovrebbe essere una autorità che coordina tutto. Finora questo non è accaduto».

Poi si sofferma sull'aiuto italiano: c'è una somma «già stanziata» ma arriverà anche l'invio di uomini. Forse Carabinieri: «Dobbiamo ancora fare il piano. Bertolaso ha fatto un bel programma molto funzionale circa le cose che sappiamo e possiamo fare». Comunque qualcosa è già stato fatto: «E' partita la nostra portaerei, c'è già in attività un ospedale da campo con 20 medici anche per il pronto intervento con chirurgia d'urgenza», ricorda Berlusconi.