Da Berlusconi nuovo attacco al Colle: la violenza è contro di me
«Napolitano è di sinistra. Dovrebbe preoccuparsi dell'uso politico della giustizia». Il Premier rilancia la riforma della giustizia e della Costituzione
BRUXELLES - Il buon proposito dura pochi secondi. Al termine del Consiglio europeo, Silvio Berlusconi ci prova a concentrare la sua dichiarazione soltanto sulla decisione italiana di contribuire con 600 milioni in tre anni al Fondo Ue per lotta ai cambiamenti climatici. E quando arriva la domanda sull'altolà di Giorgio Napolitano dopo l'editto anti-Consulta di Bonn, il presidente del Consiglio accenna un «parliamo di quel che è successo qua». Ma poi parte come un fiume in piena in una difesa della legittimità delle sue affermazioni che è allo stesso tempo un nuovo attacco al Colle.
«Uso politico della giustizia» - Silvio Berlusconi non ci sta a sentire che le sue parole sul partito dei giudici e sulla Consulta di sinistra vengano bollate come «attacchi violenti». Piuttosto, dice, gli attacchi violenti sono quelli che lui deve subire.
«Le preoccupazioni - è la sua risposta al Quirinale - ci dovrebbero essere in Italia per l'uso politico della giustizia che è il contrario della democrazia e della libertà». A dare la misura della distanza siderale che ormai corre tra palazzo Chigi e il Colle, c'è anche il fatto che mentre il presidente della Camera si affretta a sottolineare che Napolitano «rappresenta tutti», il premier ancora oggi in privato a pranzo con gli eurodeputati, lo definisce un uomo «di sinistra».
Scontro con Fini - Ufficialmente il Cavaliere non vuole tornare sul suo scontro con Gianfranco Fini che ieri è risalito a livelli di guardia. Ma affronta la questione con alcuni parlamentari europei vicini al presidente della Camera che lo invitano a ritrovare l'unità nel partito. «Da parte mia - assicura - c'è tutta la buona volontà, si vede che dall'altra parte non è così». Segno della diffidenza che ancora regna sovrana tra i due.
«Mai pensato alle elezioni anticipate» - Silvio Berlusconi, piuttosto, ci tiene a dimostrare di essere lungi dal viale del tramonto: e se ieri esaltava i suoi attributi, oggi si descrive «sereno e positivo», tutto concentrato sul lavoro mentre «gli altri attaccano, discreditano, minacciano». Insomma, pronto ad andare avanti fino alla fine della legislatura. «Mai pensato una volta - dichiara - a elezioni anticipate». In cantiere, anzi, c'è già una riforma della Costituzione che va cambiata perchè - dice - è ormai «vecchia di decenni», e questo si farà con o senza la sinistra. «Io - sostiene il Cavaliere - sono aperto e disponibile agli accordi, peró quando leggo le parole del capo dell'opposizione mi cadono le braccia».
«Sulle riforme non mollo» - Così come il presidente del Consiglio dice chiaro e tondo ai suoi interlocutori che non ha alcuna intenzione di mollare sulla riforma della giustizia. Dalla bocciatura del Lodo Alfano in poi, la priorità è sempre più questa. E ciò, sebbene il premier ostenti pubblicamente una certa sicurezza sulle accuse per mafia che arrivano dal pentito Gaetano Spatuzza e che - dice - sono solo «un'operazione infame». Le dichiarazioni rese oggi dal boss Graviano gli fanno tirare un sospiro di sollievo. Si è dimostrato - sottolinea - che siamo alle «comiche».
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