18 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Esteri. Missione ISAF

Frattini: «In Afghanistan missione da cambiare, recuperare fiducia»

«Nessuna sicurezza senza aiuti ai civili»

ROMA - Le modalità della missione militare italiana e internazionale in Afghanistan vanno modificate sostiene in un'intervista al Corriere della Sera il ministro degli esteri Frattini. «Dobbiamo ancora conquistare la fiducia e i cuori degli afghani», ammette il ministro degli Esteri: «Anche per gli inglesi è stato il mese peggiore. Va cambiato molto», riconosce Frattini.

«Va attuato - spiega il ministro - ciò di cui parliamo da quando la nuova amministrazione americana ha pubblicato la revisione della sua politica sull`Afghanistan. Occorre moltiplicare il 'metodo Italia', approccio che abbina sicurezza e grande professionalità con l`attenzione alla gente che soffre, alla ricostruzione. Va cambiata la visione generale della missione».

La missione, prosegue, «Deve considerare sempre più la sicurezza come il mezzo indispensabile, non come il fine in sé, e concentrarsi invece sui risultati visibili e positivi per il popolo che purtroppo non ci sono. Sono quelli la precondizione per evitare che i civili non tollerino, nella migliore delle ipotesi, o non coprano, nella peggiore, l`organizzazione degli attentati».

Anche in vista di questi obbiettivi Frattini rilancia l'idea di tenere a Kabul, l`anno prossimo, una conferenza internazionale sul futuro dell`Afghanistan. «se ci riunissimo lì in 35, 40 ministri degli Esteri, sui 42 Paesi che partecipano alla missione dell`Onu, sarebbe un segnale politico».

Frattini fa anche alcune proposte per dare una svolta alla missione internazionale: «Realizzare in Afghanistan opere pubbliche entro determinati tempi. Anche se avessimo 30 mila soldati in più, non basterebbero. Di certo per conquistare la fiducia degli afghani sono più utili 30 mila scuole che centomila soldati aggiuntivi. E significa rimanere. Nonexit strategy , non andar via».