28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Continuano le polemiche su Villa Certosa

Ghedini: «Nessuna tomba fenicia a Villa Certosa»

«Registrazioni illecite, stampa dovrebbe minimamente verificare»

ROMA - A Villa La Certosa non si trovano né sono state mai rinvenute delle tombe fenicie. Lo dichiara l'avvocato del premier, Niccolò Ghedini, deputato del Pdl, in una nota.

«Quando si tratta di trovare argomenti, ancorché frutto di invenzione, per aggredire il Presidente del Consiglio eletto dagli italiani - afferma Ghedini - l`impudenza e l`imprudenza regnano incontrastate. Confidando su improbabili registrazioni mai accertate giudizialmente e di provenienza mai dichiarata dal gruppo l`Espresso-La Repubblica e comunque illecite, si è costruita l`ennesima notizia, questa volta addirittura prospettando un`omessa denuncia di ritrovamenti archeologici».

«Storia risibile» - «La storia sarebbe risibile - rileva Ghedini - se non fosse stata ripresa dai giornali e ancor peggio da molti parlamentari e da alcune associazioni, senza esperire verifica alcuna. Mai il Presidente Berlusconi potrebbe aver parlato del ritrovamento di 30 tombe fenicie nel suo parco perché mai nulla di simile si trova o è stato rinvenuto nell`area di Villa Certosa».

Area già sottoposta a minuzioso accertamento - «Si ricordi che tutta l`area - sottolinea Ghedini - è stata oggetto di un minuzioso accertamento da parte dell`autorità giudiziaria conclusosi poco tempo fa verificando l`intera area della villa e del parco. Qualsiasi ulteriore controllo in merito potrà essere eseguito in qualsiasi momento».

Ennesima campagna diffamatoria - «Ecco dunque - conclude l'avvocato di Silvio Berlusconi - un`altra miserabile storia con cui si tenta di gettare discredito nei confronti del Presidente Berlusconi, che è smentita dai fatti. La libertà di stampa e di critica deve essere sempre assoluta ma sarebbe opportuno che almeno ci si attenesse alla verità o si tentassero delle verifiche anche minime che avrebbero evitato l`ennesima campagna diffamatoria contro il Presidente del Consiglio, di cui Repubblica sarà chiamata ovviamente a rispondere».