23 agosto 2025
Aggiornato 10:30
Omicidio Meredith

La difesa di Sollecito attacca: reperti contaminati

La contaminazione, spiega la Bongiorno, sarebbe dovuta al ritardo con cui il fatidico gancetto è stato ritrovato

ROMA (Apcom) - La difesa di Raffaele Sollecito parte all'attacco e, nel corso del processo a Perugia per l'omicidio della studentessa inglese, dove il ragazzo è imputato insieme all'ex fidanzata Amanda Knox, gli avvocati puntano l'indice contro il reperto del gancetto del reggiseno di Meredith Kercher, sul quale sono state trovate alcune tenui tracce del Dna di Raffaele Sollecito: secondo il difensore Giulia Bongiorno, sarebbe stato «contaminato».

La contaminazione, spiega la Bongiorno, sarebbe dovuta al ritardo con cui il fatidico gancetto è stato ritrovato: ci sono volute due ispezioni e due visite delle forze dell'ordine nella casa di Perugia e il frammento sarebbe finito persino «sotto un tappetino». A confermare le circostanze del ritrovamento, avvenuto soltanto il 2 novembre, il giorno dopo l'omicidio, è stato in aula l'ex capo della squadra mobile della Questura, Giacinto Profazio. «Raffaele - ha detto Bongiorno - è stato arrestato per una impronta non sua e ora le ragioni della sua detenzione sono in un gancetto di reggiseno che oggi abbiamo cominciato a dimostrare può non essere genuino per quanto riguarda le tracce su di esso presenti».

Amanda, con un twin-set color prugna, sorridente e abbastanza tranquilla e Raffaele, giubbotto nero e maglietta fucsia, erano presenti all quinta udienza del processo: sul banco dei testimoni i Pm Giuliano Mignini e Manuela Comodi hanno chiamato a deporre il vicequestore aggiunto Domenico Giacinto Profazio che ai tempi dirigeva la squadra mobile. Sotto la minuziosa lente d'ingrandimento dei difensori di Sollecito anche un altro particolare, quello di un prelievo di 20 euro con il bancomat di Meredith avvenuto dopo il delitto. O meglio, secondo l'avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia di Meredith Kercher, la transazione sarebbe stata registrata in un orario successivo all'omicidio dalla banca, ma sarebbe avvenuta prima della morte di Meredith. E quindi sarebbe stata fatta dalla stessa Metz.

«Si tratta - ha spiegato Maresca - solo di un errore di calcolo da parte del sistema informatico della banca». Di fatto, però, se non fosse un errore di calcolo, la telecamera del bancomat potrebbe avere 'registrato' il volto dell'assassino di Meredith e questo, per la difesa di Sollecito, è uno degli aspetti che ancora non sono stati chiariti nella vicenda dell'omicidio della ragazza inglese. Terza novità, il fatto che i telefonini di Amanda e Raffaele la notte del delitto si sarebbero spenti entrambi tra le 20 e le 20.30: anche in questo caso la testimonianza chiave è quella l'ex capo della squadra mobile. E se è certo che i telefonini si spensero, non è certo quando si siano riaccesi: quello di Raffaele intorno alle 6, mentre per quello di Amanda il testimone non avrebbe fornito un dato certo sul tempo. Dalle parole di Profazio emergono anche gli atteggiamenti dei due ex fidanzatini quando furono convocati in questura, subito dopo l'omicidio: la giovane americana e il ragazzo pugliese erano sempre insieme e sempre Amanda in attesa di essere interrogata faceva 'la ruota', come se nulla fosse accaduto in quelle terribili ore.