19 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Giustizia | Omicidio Meredith

Condannati Amanda Knox e Raffaele Sollecito

28 anni e sei mesi per lui, 25 anni per lei: si ribalta ancora una volta la posizione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, condannati nel processo di appello bis per l'omicidio di Meredith Kercher, la ragazza inglese uccisa a Perugia il primo novembre del 2007

FIRENZE - 28 anni e sei mesi per lui, 25 anni per lei: si ribalta ancora una volta la posizione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, condannati nel processo di appello bis per l'omicidio di Meredith Kercher, la ragazza inglese uccisa a Perugia il primo novembre del 2007.

Dopo undici ore e mezzo di camera di consiglio, e una sentenza annunciata e rinviata quattro volte nell'arco della serata, la corte d'appello di Firenze ha sposato pressoché interamente la sentenza di primo grado. Nel mezzo, c'era stata la sentenza di appello, a Perugia, che aveva invece proclamato l'innocenza dei due imputati, sentenza annullata dalla Cassazione. «Solo per vizi procedurali», hanno sostenuto le difese durante l'appello fiorentino, mentre l'accusa ha puntato il dito contro la «illogicità manifesta» e la «mancanza di fondamento» di quella sentenza che aveva permesso ad Amanda di tornare, libera dopo 4 anni di carcere, negli Stati Uniti, e a Raffaele di aspettare il proprio destino definitivo fuori dall'Italia, spesso, immortalato dai paparazzi, a Santo Domingo.

Così, mentre Amanda potrà restare negli USA, «il suo Paese di origine dove è tornata a seguito di assoluzione di primo grado», per Sollecito i giudici hanno deciso il divieto di espatrio, con il ritiro del passaporto: «cittadino italiano con passaporto italiano, pur dimostrando la partecipazione al giudizio - ha letto il presidente del collegio Alessandro Nencini - ha evidenziato la disponibilità di supporto logistici in Paesi con i quali lo Stato italiano non è legato da accordi di assistenza giudiziaria e pertanto consiste il concreto pericolo che l'imputato possa sottrarsi alla giurisdizione italiana». Intanto, Amanda Knox, intervistata dalla Abc, si dice «spaventata e rattristata da questa sentenza ingiusta, mi aspettavo di meglio dal sistema giudiziario italiano». «Annichilito» Raffaele, secondo quanto riportato dai suoi legali.

In aula erano presenti anche Lyle e Stephanie, fratelli della vittima, che sono rimasti impassibile durante la lettura della sentenza. Per loro, «non è tempo di festeggiare».

La storia non finisce qua perché l'avvocato di Sollecito, Giulia Bongiorno, annuncia che anche questa sentenza sarà impugnata: «siamo pronti ad un ping pong infinito, se necessario».