Colpito mezzo umanitario, ma accordo all'ONU. Rischio sul fronte libanese
Fassino e Veltroni: «Non rassegnarsi alla guerra e rimettere in moto il processo di pace»
Ennesima giornata difficile nella Striscia di Gaza mentre continua in modo quasi frenetico la mobilitazione della diplomazia internazionale. Durante la notte Israele ha intensificato l'offensiva via terra ma stasera all'Onu sembra sia stato trovato un accordo di massima su una risoluzione del Consiglio di Sicurezza per per un cessate il fuoco a Gaza. Lo ha indicato a un gruppo di giornalisti del Palazzo di Vetro un diplomatico palestinese, secondo il quale il documento verrà votato nella seduta di questa sera.
Oggi, dopo il rifiuto della proposta libica era stata presentata ai paesi arabi una bozza di risoluzione della Gran Bretagna, già approvata da Francia e Stati Uniti. Ma a Gaza è stata un'altra giornata di guerra, con il rischio dell'apertura di un nuovo fronte, quello con il Libano, e già oggi non è stata rispettata la tregua di tre ore per permettere il passaggio dei convogli umanitari.
In mattinata alcuni razzi katiuscia sono stati lanciati dal confine libanese contro l'alta Galilea e la risposta dell'esercito israeliano non si è fatta attendere. Il governo libanese ha però subito condannato duramente il lancio di razzi e smentito un coinvolgimento di Hezbollah nell'azione contro Israele. Il premier libanese Siniora, secondo una nota ufficiale diffusa da fonti governative, «considera quanto accaduto una violazione della risoluzione numero 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite» ma condanna la reazione israeliana. Il governo israeliano ha poi attribuito la paternità dell'azione non a Hezbollah ma ai palestinesi, accusando però il governo di Beirut. «La responsabilità è interamente del governo libanese», ha sottolineato il ministro per gli Affari dei Pensionati, Rafi Eitan, «credo che si sia trattato di episodi isolati»; e comunque, ha aggiunto, «ce l'aspettavamo».
Nel pomeriggio, durante la tregua dichiarata da Israele, come confermato da fonti delle Nazioni Unite, l'aviazione israeliana ha colpito un camion ONU carico di aiuti, causando la morte dell'autista. Fonti israeliane accusano i militanti palestinesi per la violazione della tregua, colpevoli secondo Israele di aver lanciato quattro razzi contro le città di Ashkelon e Sderot. Intanti Hamas ha rifutato il piano franco – egiziano di una tregua permanente.
Benedetto XVI è intervento anche oggi sul conflitto mediorentale auspicando che in occasione dele prossime «scadenze elettorali cruciali che interesseranno molti abitanti della regione nei prossimi mesi, emergano dirigenti capaci di far avanzare con determinazione questo processo e di guidare i loro popoli verso la difficile ma indispensabile riconciliazione. A questa non si potrà giungere - ha aggiunto - senza adottare un approccio globale ai problemi di quei Paesi, nel rispetto delle aspirazioni e degli interessi legittimi di tutte le popolazioni coinvolte».
Prosegue intanto l'azione del Pd. Dopo la missione di Pierluigi Bersani in Terra Santa oggi Walter Veltroni e Piero Fassino hanno incontrato gli ambasciatori di Israele e Palestina per »non rassegnarsi alla guerra e rimettere in moto il processo di pace». Intervenuto ai microfoni di YouDem, Fassino ha spiegato di aver ribadito ai due diplomatici che «la posizione del Partito Democratico è per un immediato cessate il fuoco per consentire i soccorsi umanitari necessari alla popolazione di Gaza e riprendere il cammino politico per la pace». Secondo l'esponente del Pd, infatti, «la pace si può raggiungere solo se negoziata e condivisa. Non c'è una soluzione militare al conflitto in Medio Oriente, ma solo una soluzione politica». «Dobbiamo lavorare - conclude Fassino - perché la guerra si interrompa immediatamente, al di là delle diverse opinioni che si possono avere sulle cause che hanno portato all'escalation di violenza». «Prioritario in queste ore – ha sottolineato Veltroni – è continuare ad agire per raggiungere un cessate il fuoco, sostenibile e definitivo, che consenta di interrompere la spirale di lutti e sofferenze, di garantire gli aiuti umanitari alle popolazioni civili e di riprendere il cammino di una pace negoziata». «Il Partito Democratico, – ha sottolineato il Segretario del PD – che da sempre considera la pace in Medio Oriente una priorità della sua agenda politica, continuerà a sviluppare fin dai prossimi giorni, in Italia e sul piano internazionale, un programma di iniziative e di incontri con l’obiettivo di restituire parola alla politica e alla ricerca di un’intesa tra le parti».