19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
equity crowdfunding

Cos’è il syndacate investing e perchè può aiutare l’equity crowdfunding

Una soluzione che potrebbe essere profittevole sia per gli investitori, soprattutto quelli meno esperti, sia per le startup

Cos’è il syndacate investing
Cos’è il syndacate investing Foto: Shutterstock

MILANO - L’obiettivo a medio termine è puntare al co-investimento, in un mercato che - malgrado la crescita esponenziale avuta soprattuto nell’ultimo anno - continua a dimostrarsi frammentato, con tanti player, ma pochi che fanno qualche numero interessante. Matteo Masserdotti di Two Hundred, piattaforma di equity crowdfunding ha le idee chiare su quello che sarà lo sviluppo della sua piattaforma.

Il contesto è ancora in fase di estremo sviluppo. Il mercato è cresciuto, ma siamo lontani dai numeri dei nostri vicini di casa europei. In Italia, il mercato dell’equity crowdfunding ha visto salire - negli ultimi mesi - sia la quantità di capitale raccolto, sia gli investitori, soprattutto retail. Dopo i 12 milioni di euro raccolti nel 2017 con 50 campagne andate a buon fine, sono già 5,9 i milioni di euro raccolti nei primi tre mesi del 2018, spalmati su 24 campagne di successo. Numeri che parlano di un fenomeno in crescita esponenziale, considerando che in tutto il 2016 erano state finanziate solo 19 società per complessivi 4,3 milioni. I risultati sono buoni anche per il numero degli investitori che sono già oltre 2.100, tre volte quelli dell’intero 2016 e due terzi di quelli del 2017, con l’investimento medio che è passato a 2.800 euro dai 3.600 dello scorso anno e dai 5.800 euro del 2016.

Ma come dicevamo l’obiettivo di Matteo e Two Hundred è quello di puntare al co-investimento. «Sappiamo che il percorso di crescita delle startup è molto lungo e se non attrezziamo bene le società, con una governance attenta ed utilizzando condizioni contrattuali adottate a livello internazionale, rischiamo che il successo delle campagne resti un fuoco di paglia che non porta ad un valore nel lungo termine - ci spiega Matteo - Sento spesso parlare di creare maggiore liquidità, magari favorendo lo scambio di quote post campagna di crowdfunding, tuttavia bisogna stare molto attenti. L'investimento in startup è per definizione a lungo termine e quindi prima si investe più tempo si dovrà aspettare. Certamente si deve pensare alla creazione di liquidità per gli investitori, ma molto dipende dal tipo di aziende e dalla fase di crescita nella quale si trovano, non tanto dalla presenza di un sistema di scambio».

A fronte dei numeri e del crescente interesse anche da parte degli investitori retail nell’investire in campagne di equity crowdfunding (e in startup), una delle esigenze primarie è quella di, per così dire, «fare educazione», affiancare gli investitori meno esperti con chi, invece, ha basi solide per poter procedere a un investimento il più profittevole e duraturo possibile. Questa forma di co-investimento si chiama syndacate investing. «Il syndicate investing è la formula perfetta, adottata in tutto il mondo, per investire in startup, perché consente di allineare gli interessi - continua Matteo -. Se vogliamo che nell'equity crowdfunding raccolgano società veramente valide, in grado di generare ritorni interessanti per gli investitori, dobbiamo creare le condizioni per cui sia investitori più esperti che meno esperti possano coesistere in un round.  Si tratta di applicare concetti già sdoganati in tutto il mondo, come il carried interest, che permette di avere una persona nella governance della società, un Lead Investor, retribuita solo nel caso di realizzazione di una plusvalenza.  In definitiva vogliamo portare opportunità di investimento che altrimenti non passerebbero dalle piattaforme di crowdfunding, ed allo stesso dargli gli strumenti per crescere più veloci e poter fare ulteriori round».

A oggi l’obiettivo primario è quello di creare il giusto network per far funzionare la macchina. Molto importanti restano gli eventi come quello svoltosi pochi giorni fa al Fintech District di Milano (di cui vi abbiamo parlato in questo articolo, ndr.). «Dall’altra parte puntiamo anche a fare education e creare conoscenza per coltivare nuovi Lead Investor. L'obiettivo finale di tutto questo è che chi oggi riceve investimenti, domani sia quello che investe nelle future startup, è così che si crea un ecosistema sano dove vengono utilizzate le best practice da tutti».

E, non ultima, la domanda forse più importante, ma alla quale è più difficile rispondere. L’equity crowdfunding può essere un modo per far ripartire il fundraising verso le startup? «Secondo me l'equity crowdfunding (e le piattaforme) sono solo un mezzo, un veicolo ed un punto d'incontro. La differenza la faranno sempre le persone, siano essi investitori o imprenditori».