27 agosto 2025
Aggiornato 20:00
criptomonete

Margrethe Vestager, pronti per un indagine sulle criptomonete

«Non abbiamo ancora lanciato un'indagine, ma ci stiamo preparando perchè vogliamo essere pronti se dovessero emergere delle problematiche»

Margrethe Vestager alla Bocconi
Margrethe Vestager alla Bocconi Foto: ANSA

MILANO - Non è la prima volta che Margrethe Vestager, Commissaria Ue alla Concorrenza, si pronuncia sul tema tanto discusso negli ultimi mesi delle criptovalute e, in particolare, del bitcoin. Bitcoin che - mentre parliamo - ha raggiunto il valore di 10mila dollari arrivando a una capitalizzazione di mercato pari a 160 miliardi di dollari USA (cifra che gli ha fatto superare la capitalizzazione di aziende come Nike e McDonald’s). Secondo quanto dichiarato dalla Commissaria durante la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2017-2018 dell'Università Bocconi, pare che la Commissione europea si stia preparando per verificare se sia necessario aprire un'indagine sulle monete virtuali non autorizzate e in particolare sui bitcoin.

«Non abbiamo ancora lanciato un'indagine, ma ci stiamo preparando perchè vogliamo essere pronti se dovessero emergere delle problematiche», ha dichiarato la Vestager ai giornalisti.

Web tax: meglio una legge internazionale
La Commissaria ha, inoltre, espresso i suoi pareri in merito al recente lasciapassare da parte del Senato della nostra «web tax», emendamento che introduce l’imposta l 6% sulle transazioni digitali, che sarà attiva a partire dal 1° gennaio 2019. Malgrado il plauso all’approccio italiano, la Vestager (e l’Unione Europea) si dice pronta ad avanzare la propria proposta per tassare i ricavi dei colossi del web, auspicando che venga poi correttamente recepita dagli Stati membri. A meno che non ci sia addirittura una proposta a livello internazionale.

La web tax italiana
Il nostro emendamento, nel frattempo, prevede una flat tax del 6% da applicare alle prestazioni di servizi effettuate con mezzi elettronici (dall’e-commerce alla pubblicità online). L’obiettivo, naturalmente, è tassare i ricavi digitali prodotti in Italia dalle aziende cosiddette Over the top, e cioè i colossi come Google e Facebook. Per evitare la doppia imposizione a quelle residenti - e colpire di conseguenza solo i colossi del web - viene introdotta per chi ha la stabile organizzazione una detrazione dell’imposta versata.