26 settembre 2023
Aggiornato 23:30
Incontro al Quirinale

«La ricerca è linfa per il progresso»

La ricerca scientifica - e i problemi che caratterizzano il tema in Italia - ancora una volta è oggetto di riflessione al Quirinale. L'occasione è stata data dallo svolgimento al Colle dell'incontro «L'Europa della Scienza», il secondo di tre appuntamenti che continuerà il 28 novembre con «L'Europa della cultura» e che è iniziato con «L'Europa dei Diritti» il 24 ottobre scorso.

ROMA - La ricerca scientifica - e i problemi che caratterizzano il tema in Italia - ancora una volta è oggetto di riflessione al Quirinale. L'occasione è stata data dallo svolgimento al Colle dell'incontro «L'Europa della Scienza», il secondo di tre appuntamenti che continuerà il 28 novembre con «L'Europa della cultura» e che è iniziato con «L'Europa dei Diritti» il 24 ottobre scorso. Nel Salone dei Corazzieri hanno preso la parola - prima di rispondere alle domande di centoventi studenti provenienti da scuole italiane - il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, il fisico Fabiola Gianotti, designata a Direttore Generale del Consiglio Europeo per la Ricerca Nucleare (CERN) di Ginevra, e Roberto Cingolani, direttore dell'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Gli interventi hanno avuto un filo comune, riconoscendo in sostanza tutti la necessità di spingere per la ricerca in Italia, ampliando la base della comunità scientifica considerando soprattutto che, ha detto Gianotti, «la ricerca è la linfa del progresso».

Napolitano ha fatto intendere come la ricerca, la scienza e la tecnologia - come tante altre questioni - siano spesso «dimenticati nelle convulse polemiche politiche di oggi» che caratterizzano l'Ue. Una Unione europea «della scienza e della tecnologia» ha «problemi importanti», ha detto, a cominciare dagli investimenti nel settore. Come fece rilevare anni fa, ha ricordato Napolitano, Antonio Ruberti, ministro della Ricerca e commissario Ue per Sviluppo, Ricerca e Istruzione. Il Capo dello Stato non ha mostrato dubbi, «tutti dobbiamo avere l'accortezza di comprendere che la cultura è una sola, la formazione è una».

In questo senso, ha sottolineato il ministro Giannini, «abbiamo in Italia un esercito pacifico di giovani che hanno uno straordinario patrimonio di opportunità. La mobilità - ha aggiunto - non è solo fisica ma significa per esempio passare da una disciplina all'altra. Mobilità è la parola d'ordine» perché «i ragazzi conoscano le opportunità che hanno e le facciano proprie».

Napolitano ha sottolineato i «molti 'cervelli'» che lasciano l'Italia per trovare opportunità di lavoro ma anche i molti «che restano» nel nostro Paese e «molti quelli che tornano». Il Capo dello Stato è tornato sul «ruolo marginale dell'Italia negli investimenti per la ricerca», sottolineando come sia «una condizione abbastanza indecente quella delle retribuzioni e della poca possibilità di carriera dei ricercatori».

Napolitano si è poi rivolto a Gianotti, raccontando che dai suoi incontri con lei «ho capito che le interessava una sola cosa: portare avanti la ricerca, come l'individuazione del famoso bosone di Higs. E ancora il suo attaccamento alla ricerca, il suo profondo attaccamento al Cern». Napolitano ha chiuso il suo intervento ricordando inoltre, con commozione e dando un bacio alla studiosa, di «avere colto un altro elemento importante in lei: il senso della modestia».

Gianotti, ringraziando Napolitano, ha parlato del Cern come del «più grande laboratorio di fisica del mondo. E' un posto meraviglioso per avvicinare i popoli», ha detto ricordando le «cento nazionalità differenti fra gli scenziati che vi lavorano». Insomma, ha aggiunto Giannotti, «è un esempio concreto di pace» perchè «lavorano insieme anche paesi che non si riconoscono fra loro».

La scienziata ha sottolineato il grande apporto dato dagli studiosi italiani ai lavori del Cern, «sono 1.500 - ha detto - e rappresentano il contingente più numeroso e sono tra i migliori, se non i migliori. Ci sono poi tanti giovani ed il 20% di donne». La ricerca «è fondamentale, è la linfa del progresso e senza nuove idee - ha rilevato Gianotti - prima o poi il progresso ristagna».

Netta infine la considerazione di Cingolani, secondo il quale «la comunità scientifica italiana dovrebbe essere più grande».

A partecipare a «L'Europa della scienza» sono stati gli allievi dell'Istituto Tecnico Industriale «Amedeo Avogadro» di Torino, del Liceo Scientifico «Plinio Seniore» di Roma e dell'Istituto Tecnico Industriale «Ettore Majorana» di Brindisi. Il 28 novembre sarà la volta di un incontro intitolato «L'Europa della Cultura». A parlare con i ragazzi, due italiani conosciuti nel mondo. Umberto Eco, autore di saggi e romanzi di grande successo tradotti in numerose lingue, e Renzo Piano, le cui opere di architettura si trovano in importanti città dentro e oltre i confini europei, adesso senatore a vita impegnato in ambizioso progetto di valorizzazione delle periferie urbane. Eco e Piano spiegheranno come l'Europa, prima ancora che un fenomeno istituzionale ed economico, sia uno straordinario veicolo di integrazione e crescita culturale.