19 marzo 2024
Aggiornato 07:30
La protesta

Hong Kong, gli attivisti sfidano i divieti: nuovi scontri con la polizia

Migliaia di attivisti a favore della democrazia di Hong Kong stanno sfidando il divieto di proteste e sono scesi nelle strade dell'ex colonia britannica

Video Euronews

HONG KONG - Il centro di Hong Kong anche oggi, per il tredicesimo weekend consecutivo è stato teatro di massicce manifestazioni e, col calare della sera, ci sono stati violenti scontri. I dimostranti hanno usato anche bombe molotov, mentre la polizia ha sparato colpi d'intimidazione vicino a Victoria Park. La polizia aveva vietato per oggi la dimostrazione pro-democrazia per motivi di sicurezza, dopo che ieri aveva arrestato diversi importanti esponenti del movimento democratico, compresi almeno tre parlamentari.

Il divieto non ha però disincentivato i dimostranti che sono scesi in piazza a decine di migliaia, con le loro magliette nere e con gli ombrelli. Marciando hanno urlato lo slogan «Recuperare Hong Kong, la rivoluzione dei nostri tempi». Con il calare delle tenebre nel centro della città è esplosa la violenza. Una minoranza dei dimostranti ha usato bombe molotov e pietre contro la polizia. Sono state anche incendiate delle barricate di fuoco.

Cannoni ad acqua e gas lacrimogeni

La polizia, dal canto suo, ha usato cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. A Victoria Park, secondo un video diffuso dai dimostranti, la polizia ha sparato pallottole vere per disperdere la folla. Sono stati effettuati numerosi arresti, secondo alcuni dimostranti la polizia ha utilizzato anche pallottole di gomma. I dimostranti protestano contro il tentativo dell'amministrazione della regione semi-autonoma, guidata dalla Chief Executive Carrie Lam, di far approvare una legge che consentirebbe l'estradizione verso la Cina, un provvedimento che permetterebbe, secondo i critici, a Pechino di mettere le mani addosso ai dissidenti.

Lam e la sua amministrazione hanno interrotto la procedura per l'approvazione della norma, ritirandola, ma i dimostranti temono che possa rispuntare fuori. Sullo sfondo c'è il rischio esistenziale dell'autonomia dell'ex colonia britannica, che offre ai suoi cittadini libertà democratiche inesistenti nel resto della Cina.

Pechino: si gioca con il fuoco

Pechino ha accusato, attraverso la televisione pubblica CCTV, i manifestanti di essere «rivoltosi radicali». Da settimane il refrain cinese è che «chi gioca sul fuoco, si scotta». Inoltre, le autorità centrali hanno accusato agenti stranieri, in particolare gli Stati uniti, di soffiare sul fuoco della protesta per provocare una «rivoluzione colorata».

La Xinhua, l'agenzia di stampa ufficiale cinese, ha pubblicato oggi un video su Twitter in cui si mostra la polizia anti-sommossa mentre fa «esercitazioni anti-rivolta a Shenzhen», città ai confini con Hong Kong.