27 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Crisi siriana

Siria, ora Trump vuole un ritiro «prudente»

Così, in un nuovo tweet, il presidente americano Donald Trump dopo il suo annuncio di un ritiro «immediato» e «totale» delle truppe Usa dello scorso 19 dicembre tra lo stupore e l'incredulità di amici e avversari

Il Presidente americano, Donald Trump
Il Presidente americano, Donald Trump Foto: ANSA

NEW YORK - Il ritiro delle forze statunitensi dalla Siria sarà effettuato in modo «prudente». Così, in un nuovo tweet, il presidente americano Donald Trump dopo il suo annuncio di un ritiro «immediato» e «totale» delle truppe Usa dello scorso 19 dicembre tra lo stupore e l'incredulità di amici e avversari. «Il fallimentare New York Times ha deliberatamente scritto una storia molto imprecisa sulle mie intenzioni sulla Siria. Non diversamente dalle mie dichiarazioni originali, partiremo a un ritmo adeguato continuando allo stesso tempo a combattere l'Isis e a fare tutto il resto che è prudente e necessario! .....»

Bolton in Turchia per cercare intesa su combattenti curdi

Il Consigliere per la sicurezza nazionale Usa John Bolton è oggi in Turchia alla ricerca di un accordo sulla sorte del combattenti curdi in Siria in vista del ritiro delle truppe Usa dal Paese. Bolton atterra ad Ankara, dove verrà raggiunto dal capo di stato maggiore generale Joseph Dunford, dopo aver dichiarato ieri in Israele che il ritiro Usa, annunciato dal presidente Donald Trump, è condizionato alla sconfitta dei jihadisti dello Stato islamico e alle garanzie turche sulla sicurezza delle milizie curde alleate degli Usa.

L'ipotesi di un'offensiva turca

L'annuncio di Trump, il 19 dicembre scorso, che gli Usa si preparano a ritirare i loro duemila soldati sul terreno in Siria, ha rilanciato l'ipotesi di un'offensiva turca mirata alle Ypg, le Brigate di protezione del popolo curde, che sono state finora in prima linea in Siria, a fianco degli Usa, nella lotta allo Stato islamico. «Non riteniamo che i turchi debbano intraprendere azioni militari che non siano pienamente coordinate con gli Stati uniti» ha dichiarato ieri a Gerusalemme il consigliere di Trump dopo un incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. La Turchia deve «soddisfare la richiesta del presidente che le forze siriane d'opposizione che hanno combattuto con noi non siano messe in pericolo».

Un problema nei rapporti tra Washington e Ankara

L'alleanza tra gli Usa e le Ypg in Siria rappresenta un problema nei rapporti tra Washington e Ankara, la quale accusa le brigate di essere vicine al Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, ritenuto un'organizzazione terroristica. Il portavoce della presidenza turca Ibrahim Kalin ha risposto con durezza alle parole di Bolton. «Che un'organizzazione terroristica non possa essere alleata degli Usa è evidente» ha detto all'agenzia Anadolu. Bolton ha detto che Jim Jeffrey, rappresentante speciale Usa per la Siria, sarà la prossima settimana nel Paese per rassicurare i combattenti curdi del sostegno americano e ha chiesto alle Ypg di evitare di chiedere il sostegno dei governi russo o siriano: «penso che sappiano chi sono i loro amici» ha detto. Bolton ha aggiunto che gli incontro di oggi ad Ankara, tra cui quello con il presidente Recep Tayyip Erdogan, serviranno a chiarire «gli obiettivi e le capacità» della Turchia in Siria.