26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Immigrazione

L'ultima sfida di Juncker che prepara il terreno a Macron: una polizia di frontiera europea

Un'autentica polizia di frontiera europea, per la prima volta nella storia dell'Europa unita. Da cosa nasce l'idea di Juncker, e a cosa mira

Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker abbraccia il presidente francese Emmanuel Macron
Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker abbraccia il presidente francese Emmanuel Macron Foto: EPA / YVES HERMAN / POOL

BRUXELLES - Un'autentica polizia di frontiera europea, per la prima volta nella storia dell'Europa unita. Trasformando il controverso controllo dell'immigrazione irregolare in una competenza comunitaria. Questo il piano della Commissione europea secondo quanto rivela El Pais, che dovrebbe essere annunciato nel discorso che il presidente Jean-Claude Juncker terrà mercoledì 12 settembre a Strasburgo. Discorso che si configura come un piano programmatico per l'ultimo anno della sua Commissione. Con le elezioni europee vicine a maggio 2019 Juncker evidentemente ha bisogno di dimostrare che il continente può gestire, per non dire, difendersi, la crisi migratoria, sottraendo così terreno e consensi al fronte populista e sovranista.

Il progetto
Nello specifico, il progetto prevede la creazione di una vera e propria Guardia europea delle coste e dei confini, con capacità di sorveglianza sul territorio europeo, ma anche con la possibilità di intervento in Paesi terzi e con poteri di partecipazione a operazioni di rimpatrio dei migranti irregolari. Una proposta in realtà che giace nei cassetti della Commissione da tempo, ma rimasta sempre ben chiusa lì dentro per volere di diversi Paesi che temevano di perdere parte della propria sovranità in merito. Ora pare che l'ultima crisi migratoria, scatenata dal rifiuto dell'Italia di consentire lo sbarco dei migranti della Diciotti, sia stata percepita dalla Commissione come talmente fuori controllo da far considerare a Juncker decisamente superata la vecchia gestione nazionale dei flussi migratori, che dunque, agli occhi dell'Europa, deve essere trasferita a una gestione centralizzata.

L'idea della Merkel
Già a inizio giugno la cancelliera Angela Merkel aveva ventilato l'ipotesi di trasformare Frontex in un corpo di polizia di frontiera «con competenze europee». Un mese dopo a Vienna, in occasione dell'avvio della presidenza di turno austriaca del Consiglio dell'Ue, Juncker aveva annunciato per settembre la proposta legislativa della Commissione Ue per dotare Frontex di 10mila unità aggiuntive entro il 2027, rendendolo più forte.«Servono azioni immediate. Le misure che presenteremo (trasformazione dell'Agenzia delle guardie di frontiera e guardacoste, Frontex, in una vera e propria polizia europea, ndr) vanno in questa direzione», aveva spiegato nei giorni scorsi il commissario europeo alle Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, anche in vista del vertice di Salisburgo del 20 settembre dove è attesa una svolta sulle modifiche della missione Sophia dopo il pressing italiano.

Un asse Juncker-Macron?
Oggi la Guardia conta circa 1.500 soldati e il suo intervento è soggetto alla richiesta dei Paesi e alla collaborazione con alcune forze nazionali per un totale di oltre 100mila soldati. Bruxelles ha già proposto di aggiungere altri 10mila uomini prima del 2020 e, con la proposta di mercoledì prossimo, fornirà alla Guardia un comando centralizzato e ampi poteri. Allo stesso tempo, Juncker proporrà un miglioramento dei canali di emigrazione legale per facilitare l'ingresso in Europa dei migranti che poi saranno regolarizzati. Nel progetto che verrà illustrato da Juncker è prevista una vera e propria blindatura dei confini europei, sia in termini fisici che virtuali, Internet e social network, per quanto riguarda le possibili interferenze esterne sui processi elettorali. Iniziative, anche elettorali, queste di Juncker, che puntano tutte a rassicurare l'opinione pubblica e a smontare alcuni degli argomenti usati dal fronte che il sistema-Europa ama definire «populista». Per Bruxelles è anche un modo, velato, per schierarsi dalla parte del presidente francese Emmanuel Macron, che affronterà le elezioni puntando su un rilancio della sovranità europea. L'asse Juncker-Macron è pronto.