Il viaggio dei migranti dal Niger all'Italia, sotto gli occhi compiacenti dell'esercito francese
Cosa fa l'esercito francese di stanza in Niger, avamposto cruciale nella rotta dei migranti verso la Libia? Cerca di frenare il flusso, o fa finta di nulla?

ROMA – Che le relazioni tra l'Italia e la Francia, anche dopo l'insediamento dell'acclamatissimo Emmanuel Macron all'Eliseo, non siano proprio al loro meglio è sotto gli occhi di tutti: il rifiuto di prestare aiuto al Belpaese nel gestire gli sbarchi, il costante braccio di ferro a Ventimiglia, il clamoroso «sorpasso» sulla Libia lo dimostrano. I politici che, all'indomani delle elezioni francesi, si affrettavano a festeggiare Macron – qualcuno persino identificandosi in lui – in queste ore si staranno facendo qualche domanda (si spera). Ma la totale mancanza di solidarietà mostrata dai vicini d'Oltralpe nei nostri confronti (che si unisce alla solita totale ininfluenza italiana a livello internazionale) non si mostra soltanto lungo la frontiera tra Liguria e Costa Azzurra, o nei tanti porti italiani dove ogni giorno si riversano i barconi di migliaia di disperati. Anche molto più a Sud, in Africa, i francesi non sembrano dimostrare grande spirito di «fraternità» nei confronti dei cugini italici.
I francesi in Niger
Se è vero che, come riporta l'Organizzazione mondiale per le migrazioni, nel solo 2016 dal Niger sono transitati 291mila migranti verso la Libia e dunque in Italia, sarebbe cruciale lavorare in e con quel Paese africano per cercare di fermare l'esodo. E visto che da oltre due anni il contingente francese sorveglia quell'avamposto cruciale lungo la rotta libica, si potrebbe pensare che anche la Francia stia facendo del suo meglio per impedire che il flusso di migranti continui a rovesciarsi ininterrotto sulle coste italiane.
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Il confine di Agadez sorvegliato dall'esercito francese
Niente di tutto ciò. Come rileva La Repubblica, i francesi, in particolare, hanno costruito una base militare con 250 uomini di stanza (che, in caso di di emergenza, possono diventare 500) proprio vicino al varco di confine di Agadez, attraverso cui i migranti raggiungono Séguédine. Si tratta del fortino di Madama, costruito nel 1930 per bloccare l’espansione italiana.
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Nessun impegno per fermare i trafficanti
Secondo quanto afferma La Repubblica, se volessero i francesi potrebbero fermare le enormi masse di esodanti. Ma, secondo il quotidiano, esisterebbero addirittura delle foto che «mostrano l’equipaggio dei blindati francesi mentre saluta i migranti stipati in cima a un camion, gli stessi che settimane dopo verranno soccorsi dalle navi nel Canale di Sicilia». E gli stessi trafficanti sarebbero addirittura rassicurati e tranquillizzati dalla presenza dei militari francesi, più una protezione che un ostacolo.
Interessi nazionali
Esattamente come in Libia, anche in Niger i francesi perseguono i propri interessi. Quindi, più che cercare di porre le basi per fermare l'esodo, combattono il terrorismo e il traffico di armi. Quello di uomini, portato avanti da persone senza scrupoli che abbandonano i migranti nel deserto senza acqua e cibo, non interessa loro più di tanto. Proprio nei pressi di Agadez, dove sono di stanza i militari francesi, di recente sono morti molti disperati che cercavano di raggiungere la Libia per imbarcarsi verso l’Italia. Alla faccia della «fraternité».
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