19 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Nonostante i governi nazionali non ne vogliano sapere

Dopo Veneto, Liguria e Lombardia, la Bassa Sassonia tedesca riconoscerà la Crimea (nonostante la Merkel)

Il caso delle tre regioni italiane (Veneto, Liguria e Lombardia) che hanno riconosciuto la Crimea e chiesto al Governo di togliere le sanzioni ha fatto scuola anche in Germania

KIEV - Che la crisi ucraina sia ancora un nodo insoluto nelle relazioni tra Occidente e Russia non è affatto una novità. Gli accordi di Minsk, che avrebbero dovuto garantire il ripristino della normalità, sono di fatto carta straccia, mentre la Crimea rimane il terreno di scontro privilegiato non solo tra Mosca e Kiev, ma anche tra Mosca e l'Occidente.

Lo shift degli Usa
Lo ha ribadito in queste ore lo stesso segretario di Stato Usa Rex Tillerson, in occasione del vertice Nato, denunciando «l'aggressione russa dell'Ucraina». Tillerson ha anche espresso la «necessità per la Nato di continuare a pressare la Russia affinché metta fine alle aggressioni ai suoi vicini e rispetti gli accordi di Minsk». Il tutto, nonostante ci si attendesse che, dopo il cambio di guardia a Washington, la crisi si sarebbe sbloccata grazie a un «disgelo» tra i due nemici storici Stati Uniti e Russia. Diverse dichiarazioni di Donald Trump sembravano supportare l'ipotesi. Il tycoon non ha mai fatto mistero di voler tentare un approccio assai diverso rispetto a quello tenuto da Obama nelle relazioni con Mosca, ed è finito nel mirino delle inchieste di politica ed Fbi proprio per i suoi presunti legami con la Russia di Putin. Non solo: il miliardario in passato si era anche detto di essere pronto a riconoscere la Crimea russa. Eppure, dopo essersi insediato alla Casa Bianca ed aver toccato con mano la resistenza degli apparati, il suo approccio sembra essere divenuto molto più cauto.

Vertici e opinioni pubbliche occidentali
Nel frattempo, l'Ue ha prorogato per altri sei mesi le sanzioni alla Russia, senza che si aprisse un serio dibattito in merito. Nessuno, nel «blocco occidentale», sembra insomma disposto a riconsiderare la propria strategia su quella che sembra sempre più destinata a trasformarsi in una crisi insolubile. Il tutto, nonostante in diversi Paesi europei alcuni partiti e parte dell'opinione pubblica si mostrino favorevoli a ripristinare il dialogo con Mosca, interrompendo il regime delle sanzioni e, più o meno di conseguenza, accettando la sua giurisdizione sulla penisola contesa.

L'iniziativa della Bassa Sassonia
Una «sacca» di questa opposizione è presente addirittura in Germania, il Paese di Frau Merkel. La quale, si sa, si è sempre dimostrata piuttosto intransigente sulla questione, incanalando l'Europa intera a seguire l'esempio di Barack Obama. La Bassa Sassonia, land della Germania dell'Est, è infatti prossimo a riconoscere la Crimea. Lo ha dichiarato il presidente della fazione parlamentare del partito di sinistra Die Linke, Andreas Maurer.

La delegazione tedesca in Crimea
Qualche giorno fa, una delegazione di legislatori e uomini d'affari tedeschi è giunta sulla penisola per prendere parte a un tour lungo una settimana, in cui ha incontrato i vertici parlamentari locali e visitato una serie di siti storici. Maurer ha quindi spiegato in quell'occasione che la questione della Crimea verrà affrontata nel Parlamento regionale di cui fa parte, dove il partito di sinistra ha la maggioranza.

Quali Stati si sono espressi per il riconoscimento
Ma l'iniziativa della Bassa Sassionia non è completamente isolata. Per quanto non si abbia notizia ufficiale di Stati che abbiano riconosciuto la giurisdizione russa sullaCrimea, alcuni attori statali si sono però espressi verbalmente in questo senso. E' il caso di Nicaragua, Cuba, Venezuela, Afghanistan, Corea del Nord, Siria.

Il caso di Veneto, Liguria e Lombardia
Non solo. Raffrontabile all'esperienza tedesca c'è quella italiana. Forse non tutti sanno che la regione Veneto ha deciso di riconoscere la Crimea. I consiglieri di maggioranza veneti hanno infatti firmato, nel maggio scorso, una risoluzione per invitare il governo italiano a riconoscere la penisola come parte della Russia e togliere le sanzioni. E se sul piano formale, l'atto è poco più che un auspicio, su quello politico è di grande importanza: perché il Veneto è la prima regione Ue a compiere un simile passo, e fa, di fatto, da apripista al resto d'Europa. Lo stesso è in seguito avvenuto in Liguria e in Lombardia.

Un piccolo ma importante passo
Naturalmente, non basta la decisione di tre regioni italiane per influenzare la politica nazionale in materia. Ma il segnale è certamente forte. Ancor più forte, forse, è quello che arriva dalla Germania, un Paese che, soprattutto negli ultimi anni, si è dimostrato ben più severo dell'Italia sulla questione.