24 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Ora si passa alle minacce

La Turchia potrebbe rivalutare l'accordo sull'immigrazione con l'Ue

Il ministro degli Affar europei turco Omar Celik, dopo la recente crisi con l'Olanda, ha dichiarato che la Turchia dovrebbe rivalutare l'accordo con l'Ue sui migranti

Il presidente turco Tayyp Recep Erdogan.
Il presidente turco Tayyp Recep Erdogan. Foto: Shutterstock

ANKARA - La Turchia «dovrebbe rivalutare» l'accordo sull'immigrazione firmato con l'Unione Europea, alla luce della crisi diplomatica con l'Olanda: lo ha affermato il ministro degli Affari europei turco, Omar Celik, le cui dichiarazioni sono state riportate dall'agenzia di Stato, Anadolu. «La Turchia dovrebbe riesaminare la clausola sul transito per via terra» contenuta nell'accordo, ha avvertito Celik; secondo Anadolu il Ministro avrebbe evitato di rimettere in discussione l'applicazione dell'accordo alle vie marittime solo perché ciò metterebbe a rischio il voto dei migranti diretti verso l'Europa.

Crisi diplomatica
Le dichiarazioni di Celik avvengono dopo al crisi diplomatica aperta dal rifiuto del governo olandese di autorizzare due Ministri turchi a partecipare a dei comizi in favore del referendum costituzionale proposto dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Le preoccupazioni Ue
L'Unione europea fa appello alla Turchia «affinché si astenga da dichiarazioni eccessive e azioni che rischiano di esacerbare ulteriormente la situazione», si legge ancora nella dichiarazione, che ricorda come «le questioni oggetto di preoccupazione possono essere risolte attraverso canali di comunicazione aperti e diretti»«Noi continueremo - concludono Mogherini e Hahn - a offrire i nostri buoni uffici negli interessi delle relazioni Ue-Turchia».

La risposta alle accuse di Erdogan
Il portavoce capo della Commissione, Margaritis Schinas, ha ripetuto oggi quanto aveva detto la settimana scorsa il presidente Jean-Claude Juncker, che aveva definito «vergognose» le accuse di Erdogan che aveva paragonato l'Olanda alla Germania nazista.

Il nodo del referendum
La Commissione europea ha ricordato oggi che «gravi preoccupazioni» sono state espresse dalla Commissione Venezia del Consiglio d'Europa per la proposta di modifiche costituzionali in Turchia che rischiano una «concentrazione eccessiva di potere in una sola funzione, con gravi conseguenze sulle necessarie garanzie contro gli abusi dei potere esecutivo ('checks and balances', ndr) e sull'indipendenza del sistema giudiziario». Inoltre, secondo la Commissione, «è preoccupante che questo processo di modifica costituzionale avvenga durante lo stato di emergenza» instaurato dopo il tentativo di colpo di Stato del 15 luglio scorso. Lo affermano in una dichiarazione congiunta pubblicata a Bruxelles l'Alto rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza comune dell'Ue, Federica Mogherini, e il commissario all'Allargamento dell'Unione e la politica di Vicinato, Johannes Hahn.

Concentrazione del potere
Le modifiche costituzionali, che concentrano il potere nelle mani del presidente Recep Tayyip Erdogan, sono sono state adottate dal Parlamento turco il 16 gennaio e saranno sottoposte a referendum il prossimo 16 aprile. «Come sottolineato nel suo parere dalla Commissione Venezia (del Consiglio d'Europa, ndr), la Turchia ha il diritto di decidere il proprio sistema di governo. Riconosciamo il fatto che il Paese stia attraversando tempi difficili e sosteniamo la sua lotta contro il terrorismo», affermano i due membri dell'Esecutivo Ue, ricordando però subito dopo le preoccupazioni espresse dalla stessa Commissione Venezia.

Turchia Paese candidato all'adesione all'Ue
«Gli emendamenti proposti, se approvati al referendum del 16 aprile, e in particolare il modo in cui saranno applicati in pratica, verranno valutati alla luce degli obblighi della Turchia come Paese candidato all'adesione all'Ue e come membro del Consiglio d'Europa», sottolineano Mogherini e Hahn, e aggiungono: «Incoraggiamo la Turchia a proseguire e approfondire ulteriormente la sua cooperazione stretta con il Consiglio d'Europa e i suoi organismi (in particolare la Commissione Venezia, ndr) e a rispondere alle loro preoccupazioni e raccomandazioni».

Evitare escalation
Quanto alle tensioni degli ultimi giorni fra Ankara e i Paesi Bassi per il divieto imposto alla partecipazione di due ministri turchi a manifestazioni pro-Erdogan in Olanda, la Commissione europea chiede di «evitare ulteriori 'escalation' e calmare la situazione». «Le decisioni riguardanti la tenuta di manifestazioni e riunioni negli Stati membri sono di competenza dei paesi interessati, in accordo con le norme della legislazione nazionale e internazionale».