29 marzo 2024
Aggiornato 15:30
L'avvento del nuovo presidente potrebbe mischiare carte in tavola

Iran, a Vienna l'ultima riunione sul nucleare. Aspettando Trump

L'Iran e le grandi potenze si riuniscono per fare il punto sull'accordo sul programma nucleare raggiunto nel 2015, sullo sfondo delle incertezze legate al prossimo arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump

VIENNA - L'Iran e le grandi potenze si riuniscono per fare il punto sull'accordo sul programma nucleare raggiunto nel 2015, sullo sfondo delle incertezze legate al prossimo arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump, che ha duramente criticato questo testo. La riunione, che si svolge a livello di direttori politici, deve iniziare da programma alle 12, sotto l'egida della Commissione europea. Questo incontro, il quarto dall'entrata in vigore nel gennaio 2016 di questo accordo mirato a garantire il carattere strettamente pacifico del programma nucleare iraniano, è stato richiesto da Teheran a dicembre, dopo il rinnovo delle sanzioni americane.

Aspettando Trump
Arriva in un contesto di grandi aspettative, mentre Trump - che si insedierà ufficialmente il 20 gennaio - ha minacciato nel corso della campagna elettorale di «stracciare» questo testo, considerato uno dei principali successi a livello diplomatico dell'amministrazione Obama.

L'accordo indebolito
Da parte iraniana, l'accordo ha perso inoltre un sostegno di peso simbolico come quello dell'ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, morto domenica all'età di 82 anni. Concluso al termine di negoziati maratona nel luglio 2015 tra l'Iran e il gruppo Cinque più Uno - formato dai membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito e Germania) - nella capitale austriaca, l'accordo prevede una revoca delle sanzioni che gravano sulla repubblica islamica in cambio di uno stretto controllo sulle attività nucleari.

Nodo sanzioni
L'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea), organo dell'Onu incaricato di supervisionare l'applicazione da parte di Teheran dell'accordo, ha riconosciuto che finora l'Iran ha assolto i suoi obblighi. La comunità internazionale ha da parte sua revocato la maggior parte delle sanzioni che colpiscono la repubblica islamica, permettendo in particolare un ritorno del Paese sul mercato del gas e del petrolio mondiale. Ma a inizio dicembre, il Congresso americano ha rinnovato per dieci anni l'Isa (Iran Sanctions Act). Il presidente uscente Barack Obama, molto coinvolto nella conclusione dell'accordo, ha autorizzato questa proroga ma si è astenuto dal firmare la legge. L'Iran reputa che questa proroga costituisca una «violazione» dell'accordo sul nucleare e ha accusato gli Stati Uniti di impedire una reale normalizzazione delle sue relazioni economiche - in particolare bancarie - con il resto del mondo.

Stop a sanzioni sul nucleare, nuove sanzioni per il sostegno al terrorismo
Gli Stati Uniti hanno sospeso le sanzioni anti-iraniane legate al nucleare, ma ne hanno imposte altre legate al mancato rispetto dei diritti umani da parte di Teheran, per il suo sostegno al «terrorismo» in Medio Oriente e per il suo programma di missili balistici. Le sanzioni americane penalizzano il settore bancario iraniano, oltre che le industrie dell'energia e della difesa. Pertanto, le ricadute economiche dell'accordo sul nucleare sono state molto meno promettenti di quanto sperato dall'Iran e questa frustrazione rischia di compromettere a maggio un'eventuale rielezione per il presidente moderato in carica, Hassan Rohani.

Leggi anche «Il grande nemico degli Stati Uniti nell'era Trump sarà l'Iran?»

Con Trump cosa accadrà?
Il rappresentante della Russia alla riunione di Vienna, Vladimir Voronkov, ha tuttavia sottolineato che «i problemi di ordine bilaterale non avranno alcun impatto sul Piano Globale di azione congiunto», il nome ufficiale dell'accordo, «A livello generale, non parlerei di problemi di applicazione del piano. Ci sono dei normali aspetti di lavoro che devono essere chiariti nel corso dell'attuazione, in termini di tempo e di quantità». L'Aiea ha rilevato che l'Iran in due occasioni ha superato il tetto concordato per il suo stock di acqua pesante, fissato in 130 tonnellate. «Sforamenti» che sono stati in seguito sanati da Teheran attraverso esportazioni all'estero. Malgrado in un tweet a fine dicembre abbia definito l'accordo «terribile», Trump non ha chiarito che strada intenda seguire riguardo questo testo. Ha tuttavia designato come futuro numero 1 della Cia un feroce oppositore dell'Iran, Mike Pompeo, che si è impegnato a tornare su «un accordo disastroso». Obama ha tuttavia espresso perplessità sul fatto che Trump possa smantellare «un accordo fantastico (...) che impedisce all'Iran di ottenere l'arma nucleare». Le autorità della repubblica islamica a loro volta hanno affermato che il presidente eletto non potrà fare marcia indietro sull'intesa, soprattutto perchè approvata dalle Nazioni Unite. La stessa Unione Europea ha insistito sul carattere «multilaterale» di questo testo.

(fonte AFP)