19 aprile 2024
Aggiornato 18:00
«Meglio mezzo punto in più di deficit o la Le Pen all'Eliseo»

Germania, il vicecancelliere contro la Merkel: «Con l'austerity ha diviso l'Europa»

Parole di fuoco, toni da campagna elettorale. Il vicecancelliere socialdemocratico Gabriel ha attaccato Angela Merkel, accusandola di aver diviso l'Europa con la sua tanto amata austerità

BERLINO -  Che il periodo sia particolarmente complesso per Angela Merkel non è affatto una novità. L'attentato di Berlino che ha sferrato l'ennesimo colpo alla sua politica migratoria; la necessità di riequilibrare la sua ricetta sull'immigrazione con il necessario sostegno dell'opinione pubblica in vista delle elezioni, per le quali ha di recente annunciato la sua ricandidatura; un'Unione europea sempre più a rischio disintegrazione, e in patria il fuoco incrociato degli oppositori politici.

Gabriel: l'austerity ha diviso l'Europa
L'ultimo attacco, in particolare, è giunto nientemeno che dal vicecancelliere socialdemocratico Sigmar Gabriel, e questa volta non riguardava l'immigrazione, argomento su cui Angela è stata negli ultimi mesi più criticata, anche dall'interno della stessa coalizione che la sostiene (Cdu-Csu). Perché nel mirino del vicecancelliere ci è finita la politica economica che la Merkel, «regina d'Europa", ha imposto ai vicini europei, in particolare agli Stati del Sud. In parole povere, Gabriel ha colpito l'avversaria sull'austerity.  «L’insistenza della Germania di Angela Merkel sull’austerità nell’eurozona ha diviso l’Europa come non mai e una spaccatura della Ue non è più impensabile», ha dichiarato in un'intervista a Der Spiegel.

Meglio mezzo punto di deficit in più o la Le Pen all'Eliseo?
Gabriel ha in particolar modo citato le conseguenze della politica dettata dalla Cancelliera su Paesi come Francia e Italia. «Una volta ho chiesto a Merkel cosa è peggio per la Germania: concedere a Parigi mezzo punto percentuale in più di deficit o avere Le Pen all’Eliseo? Ancora mi deve una risposta», ha aggiunto. E ha sottolineato: «E’ osceno che Paesi come Francia e Italia, che stanno facendo le riforme, debbano sottostare a misure così pesanti per riuscire ad avere un mezzo percentuale sul deficit», sostenendo peraltro che «Helmut Kohl non avrebbe mai minacciato gli altri Paesi europei in questo modo»

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Quanto rischia la Merkel?
Parole di fuoco, che ci si aspetta facciano presa sull'opinione pubblica sudeuropea, e che testimoniano quanto anche nella rigida Germania il vento stia cambiando. Per il resto, i toni sono da campagna elettorale, visto che l’ufficializzazione del candidato socialista è attesa nelle prossime settimane. Non che Gabriel abbia molte chance di battere la Cancelliera: la strada dell’Spd è tutta in salita, con i sondaggi che danno il partito della Merkel oltre il 35% contro il 20% dei socialisti. Non si può dire, insomma, che Angela stia rischiando il tracollo politico, nonostante il risultato delle elezioni regionali abbia certificato uno storico scivolone della Cdu, e una ancor più storica avanzata della destra dell'AfD.

La fine dell'austerity non è popolare in Germania
Di certo, puntando sulla fine dell'austerity Gabriel non otterrà più chance di vittoria, visto che l'elettorato tedesco è sempre stato poco propenso all'idea di trasferire denaro tedesco a favore dei più bisognosi Stati del Sud. Non a caso, Gabriel ha ammesso che «la discussione è estremamente impopolare». Ma, ha aggiunto, «conosco anche la situazione dell’Unione Europea. Non è più impensabile che si spacchi. Dovesse accadere, i nostri figli e nipoti ci maledirebbero, perché la Germania è il più grande beneficiario della Comunità Europea. Economicamente e politicamente». Per Gabriel, insomma, l'unico modo per salvare l'Ue dalla tempesta populista è quello di cambiare le regole economiche. Merkel permettendo.