24 aprile 2024
Aggiornato 07:00
L'ennesima ipocrisia in salsa europea

L'accordo segreto tra Ue e Afghanistan che consentirà di deportare un numero illimitato di migranti

Mentre critica chi, come Orban, platealmente si oppone all'accoglienza, l'UE firma accordi sottobanco per deportare un numero illimitato di migranti in Afghanistan. Dove imperversa la guerra civile

BRUXELLES - Il 3 ottobre si è celebrata la giornata della memoria per le vittime dell'immigrazione, in ricordo del terribile naufragio di Lampedusa di tre anni fa. Ma la profonda ipocrisia di questa celebrazione - per ora solo italiana, ma che qualcuno chiede di estendere a livello europeo - è dimostrata, se ancora ce ne fosse bisogno, dall'accordo che, nel frattempo e sottobanco, l'Ue stava firmando con il governo di Kabul. Un accordo che consente ai suoi Stati membri di deportare un numero illimitato di richiedenti asilo afghani nel Paese asiatico dove ancora la guerra civile imperversa.

L'accordo segreto
L'accordo è rimasto in cantiere per mesi, senza attirare l'attenzione delle cronache. Secondo una nota precedentemente trapelata, Bruxelles avrebbe addirittura suggerito a Kabul che, se non avesse accettato la «proposta indecente», l'Ue avrebbe tagliato gli aiuti al Paese. Il testo, sottoscritto domenica, non è stato ovviamente ancora pubblicato; ma secondo il Guardian, che ne ha visionato una copia, prevederebbe l'impegno dell'Afghanistan di riammettere qualsiasi suo cittadino a cui è stato negato il diritto di asilo in Europa, e che si rifiuta di rientrare in patria volontariamente. In pratica, si prospettano vere e proprie deportazioni.

Come avverranno le deportazioni
Lo scorso anno, gli afghani sono stati il secondo più folto gruppo di richiedenti protezione internazionale in Europa, con 196.170 richieste d'asilo. Addirittura, le parti firmatarie contemplano di riservare un intero terminal dell'aeroporto di Kabul per le deportazioni. Il patto prevede un massimo di 50 deportati non volontari per volo charter, mentre non si mettono limiti al numero di voli giornalieri che potranno partire dai territori dell'Unione europea. L'accordo apre addirittura alla deportazione di donne e bambini, cosa che attualmente avviene solo in Norvegia. 

La doppia faccia dell'Europa...
Un «patto» che a tratti ricorda quello fortemente voluto e promosso dalla cancelliera tedesca Angela Merkel con la Turchia, e che palesa quanto controversa sia la politica di Bruxelles sull'immigrazione. Quello che appare in superficie è una lotta tra istituzioni europee e Stati a favore dell'accoglienza da una parte, e dall'altra i «dissidenti xenofobi» che, come Orban, dichiarano apertamente di non voler accogliere. La realtà, però, è ben più complicata delle semplificazioni. Perché dietro le quinte, l'Ue, apparentemente tanto preoccupata del rispetto dei diritti umani, stringe accordi inguardabili come quello con Kabul o con Ankara.

... e quella della Merkel
Una «doppia faccia» imputabile alla stessa Cancelliera tedesca: perché mentre faceva della politica delle porte aperte un suo marchio di fabbrica in Germania, anche a costo di far crescere esponenzialmente la destra populista, con l'altra mano firmava il patto con il «sultano» Erdogan che di fatto rende la Turchia un campo profughi a cielo aperto. Dove, peraltro, le condizioni di vita dei migranti sono tutt’altro che rispettose dei diritti umani.

Il ricatto all'Afghanistan
In questo caso specifico, si può immaginare che Kabul, dipendente com’è dagli aiuti stranieri, non abbia potuto rifiutare le richieste europee. Il tutto, mentre in Afghanistan la guerra civile continua a imperversare. L’esercito governativo ha appena ripreso la città di Kunduz, nelle mani dei talebani da un anno a questa parte.

Il bilancio di 15 anni di guerra
L’anno scorso, la battaglia era stata durissima e aveva coinvolto anche un ospedale di Medici senza frontiere, bombardato per errore da un C-130 Spectre americano. I talebani sono all’offensiva anche nel Sud del Paese, nella provincia dell’Helmand, dove hanno preso possesso di due distretti.  E a 15 anni dall’inizio della guerra, i talebani si sono addirittura rafforzati: occupano più di un terzo dei 101 distretti dell’Afghanistan. Nel Paese, restano circa 10 mila soldati statunitensi e 5 mila degli alleati, Italia compresa. Le forze speciali Usa stanno supervisionando la controffensiva a Kunduz: circa 100 jihadisti sono stati uccisi mentre i governativi hanno perso 8 uomini.

Il prezzo degli aiuti internazionali
Oggi i talebani, comandati dal loro nuovo leader Mawlawi Haibatullah Akhundzada, succeduto al discusso mullah Mohammad Mansour (inviso a molti capi talebani) dopo la morte dello storico e carismatico mullah Mohammad Omar, confermano, nei fatti, di possedere crescenti capacità operative. L’Afghanistan è, dunque, sempre più sotto assedio. Ed è esattamente verso questo Paese che l’Ue deporterà quei migranti. Il tutto, mentre a Bruxelles, in occasione della Conferenza per l’Afghanistan, Donald Tusk e Federica Mogherini annunciano in pompa magna di continuare a supportare militarmente ed economicamente il Paese. Sì, ma a che prezzo?