28 agosto 2025
Aggiornato 07:00
In Occidente lo accusano di supportare l'uscita di Londra dall'Ue

In Occidente lo accusano. Ma Putin fa davvero il «tifo» per la Brexit?

I media occidentali non hanno dubbi: Putin 'tifa' per la Brexit, perché interessato alla disintegrazione dell'Europa. Ma è davvero così?

Il presidente russo Vladimir Putin si augura una Brexit?
Il presidente russo Vladimir Putin si augura una Brexit? Foto: Shutterstock

MOSCA - I principali leader europei, si sa, sono pressoché compatti nello schierarsi contro l'uscita del Regno Unito dall'Ue. Addirittura Barack Obama ha fatto recentemente sentire la sua voce contro questa prospettiva. Ma cosa pensa, in proposito, Vladimir Putin? Questa domanda se la sono posta anche i media inglesi, che il più delle volte partono dal presupposto che il capo del Cremlino abbia qualcosa da guadagnarci dall'ipotesi che l'Europa come oggi la conosciamo finisca per sfaldarsi. In Gran Bretagna, in pratica, sono convinti che Putin tifi sommessamente per la Brexit, più che altro perché la vedrebbe come l'inizio della fine di un’Unione europea forte e unita. Ma è davvero così?

L'opinione del Guardian
Di certo ne è convinto Guy Verhofstadt, firma del Guardian, secondo cui gli inglesi dovrebbero riflettere profondamente sul fatto che l'unico leader a fare il tifo per il «divorzio» con Bruxelles sia proprio Vladimir Putin. Per il quotidiano inglese, la destabilizzazione del Vecchio Continente sarebbe una delle priorità della politica estera russa. E un'uscita di Londra dall'Ue indebolirebbe l'Europa militarmente e politicamente, e favorirebbe l'ascesa dei movimenti di estrema destra che, tradizionalmente, strizzano l'occhio a Mosca. Non solo: per il Guardian, se il Regno uscisse dall'Ue, le sanzioni contro la Russia potrebbero più facilmente cadere. Senza contare il ruolo di Londra nel sostenere la necessità di un'indipendenza energetica europea. Con la City fuori dall'Ue, anche questa prospettiva - per la Russia ovviamente poco auspicabile - si allontanerebbe di molto. 

L'analisi dell'Independent
L'Independent si spinge più in là. Addirittura, Mosca – con la complicità di Assad – starebbe capitalizzando la crisi di rifugiati siriani per destabilizzare l’Europa. Un’altra importante arma per raggiungere quel risultato sarebbero le destre europee, le stesse che oggi gioiscono all’idea di una Brexit (e magari di un effetto domino in altri Paesi europei). L’uscita di Londra dall’Ue metterebbe fine all’espansione europea, spingendo definitivamente Stati come l’Ucraina e la Georgia nell’area di influenza russa. In ultima istanza, secondo l’Independent un’Europa divisa – con un mercato ridotto letteralmente a pezzi – indebolirebbe il blocco occidentale, e finirebbe per fare un grosso favore alla Russia. La Brexit, insomma, «rafforzerebbe il potere di Putin».

Il Telegraph (quasi) controcorrente
Si discosta di un poco il Telegraph, almeno su un punto fondamentale: la Brexit rimane desiderabile, anche se la vuole anche Putin. Il quotidiano euroscettico smonta l’argomentazione secondo cui se Putin – nemico per eccellenza dell’Occidente – vuole qualcosa, sia automaticamente saggio fare il contrario. Per il Telegraph, se l’Europa senza il Regno Unito è incapace di organizzarsi coerentemente come una democrazia forte e capace di tenere testa alla Russia di Putin, ciò significa che la sua struttura è già minata alla base, indipendentemente dalle mire del Cremlino. Il quotidiano non nega, dunque, che Putin possa apprezzare lo spettacolo di un’Ue che perde un pezzo tanto importante. Ma, sostiene, questa non è una buona ragione per rimanere sul Titanic.

Ma è davvero così?
Anche sui social media, spesso chi tifa per la permanenza del Regno nell’Ue accusa Putin di augurarsi una Brexit. Ma Russia Today non è convinta che tutto ciò corrisponda a verità. Secondo il giornalista Bryan MacDonald, anzi, il tentativo sarebbe quello di spaventare l’opinione pubblica europea, sventolando lo spettro più spesso agitato dalla propaganda occidentale: quello del «nemico» Putin. In quest’ottica, si giustificherebbe il tweet del capo della Comunicazione del Concilio europeo Paul Reiderman, che, sotto un'immagine del leader russo, di Marine Le Pen, di Donald Trump e del politico di destra olandese Geert Wilders, ha scritto: «Ho appena completato il mio album delle figurine Panini dei leader europei che supportano la Brexit». Peccato che – sostiene Russia Today – non ci sia alcuna prova del fatto che Putin voglia l’uscita del Regno dall’Ue. Nessuna dichiarazione, nessun endorsement. Tutt’altro: l’ambasciata russa a Londra, a marzo, ha tenuto a specificare l’intenzione di Mosca di tenersi rigorosamente fuori dal dibattito: «Vorremmo che i cittadini britannici sapessero che queste voci non hanno nulla a che fare con la politica russa. Infatti, il nostro Governo non ha un’opinione sulla questione».

Una Brexit farebbe davvero comodo a Putin?
Addirittura, secondo Russia Today, se è vero che Putin mira a un’Europa debole e divisa, dovrebbe piuttosto sperare che Londra rimanga nell’Ue. Perché senza la nazione più euroscettica e isolazionista di tutte, il Vecchio Continente finirebbe per compattarsi ulteriormente, e il controllo della Germania sugli altri membri aumenterebbe. Il tutto, a discapito della Russia, visto che le relazioni tra Mosca e Berlino non sono mai state tanto compromesse da cinquant’anni a questa parte. Anche perché, poi, ciò che veramente teme Putin non è tanto l’Europa, quanto la Nato. E se Londra uscisse dalla prima, dovrebbe compensare la perdita di influenza a Bruxelles serrando i suoi legami con l’Alleanza Atlantica. Accrescendone dunque la pericolosità agli occhi di Mosca.

L'ipocrisia dell'Occidente
Ad ogni modo, comunque la possa pensare Putin, resta un dettaglio paradossale: l’Occidente è tanto impegnato a sanzionare un possibile (e mai espresso) interesse di Mosca per la Brexit, ma non si è mai scandalizzato di fronte agli endorsement, che più espliciti non si può, di tanti altri leader mondiali. In primis, Barack Obama, il cui appello contro l’uscita di Londra dall’Ue potrebbe legittimamente assomigliare a un’entrata a gamba tesa negli affari interni di un altro Stato. Si possono ricordare, però, anche il presidente giapponese Shinzo Abe, il leader cinese Xi Jinping e la stessa cancelliera tedesca Angela Merkel, che hanno più volte espresso la propria posizione, ovviamente anti-Brexit. Senza contare che, anziché pensare a Putin, sarebbe meglio che l’Europa si curasse della devastante crisi di identità che sta attraversando. Che di certo, in ogni caso, non è imputabile al Cremlino.