26 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Il retroscena

Siria, cosa c'è dietro alle dimissioni del capo dei negoziatori ribelli

Dietro alle dimissioni del capo negoziatore dell'opposizione ad Assad si nasconderebbe il prossimo allargamento della delegazione dei ribelli ad altri gruppi sponsorizzati da Mosca e Il Cairo

DAMASCO - «Importanti novità» in vista in seno all'opposizione siriana dopo le dimissioni annunciate ieri l'altro dal capo dei negoziatori dei ribelli sponsorizzati dall'Arabia Saudita ai colloqui di pace di Ginevra. A rivelarlo è la tv satellitare araba che parla di «allargamento» della delegazione dei ribelli ad altri gruppi dell'opposizione sponsorizzati dalla Russia e dall'Egitto che finora erano stati esclusi per l'opposizione si di Riad che di Ankara.

L'obiettivo dell'opposizione
Secondo quanto scrive il sito on-line dell'emittente saudita il «Consiglio Supremo per i negoziati» (HNC), organismo sostenuto da Riad per rappresentare l'opposizione al regime del presidente Bashar al Assad, dopo le dimissioni del capo negoziatori Mohammed Alloush «è orientato a riformare la sua struttura interna su tutti i livelli al fine di accrescere la forza dell'opposizione nel far fronte alle sfide attuali». A parlare di «allargamento» della delegazione dei ribelli è Munthir Makus, portavoce ufficiale dell'HNC. Interpellato dalla tv al Arabiya, Makus ha detto: «Siamo aperti ad includere altre anime dell'opposizione in particolare quella rappresentata dalle delegazioni proposte da Mosca e il Cairo».

Le prossime tappe
Inoltre un altro portavoce dell'HNC, Salem al Meslat, citato sempre da al Arabiya, ha affermato che l'organismo che rappresenta «nel giro di 10 giorni terrà una riunione per discutere la formazione della delegazione di negoziatori a Ginevra», aggiungendo che l'HNC «non ha ancora discusso l'annuncio di Alloush di lasciare». Da parte sua, Assad Awaz al Zowby, membro della delegazione di negoziatori sponsorizzato da Riad ha rivelato che «l'HNC è stato oggetto di forti pressioni per modificare i principi della soluzione politica». La tv saudita, citando questa volta «osservatori", ha spiegato che «l'opposizione siriana cerca effettivamente di allargare il proprio circuito per fare tesoro dell'esperienza diplomatica e legale di altri oppositori».

Una mossa studiata
Per molti osservatori arabi, il dimissionario Alloush, portavoce del potente gruppo islamista «Esercito dell'Islam», con annuncio fatto via Twitter domenica scorsa, non avrebbe fatto altro che «anticipare il suo siluramento». Ieri il quotidiano libanese Assafir aveva anticipato che Alloush avrebbe lasciato il suo incarico per gli imminenti cambi alla composizione della delegazione dei ribelli volute dall'Arabia saudita «dietro forti pressioni Usa e russe in particolare di Mosca che vuole escludere alcune fazioni dai negoziati per i loro legami con i terroristi».

Soluzione politica
I colloqui sostenuti dalle Nazioni Unite mirano a raggiungere una soluzione politica che ponga fine a oltre cinque anni di una guerra civile che causato più di 280.000 morti e spinto milioni di siriani in esilio. Il fragile cessate il fuoco tra il regime del presidente Bashar al Assad ed i ribelli non jihadisti mediato da Washington e Mosca aveva lo scopo di favorire i colloqui, ma le ripetute violazioni da entrambe le parti in causa stanno mettendo a rischio la tregua.

(Fonte Askanews)