Firmata l'intesa per il governo di unità in Libia
Nel giorno in cui ricorre l’anniversario della nascita della primavera araba, la Libia, uno dei paesi che più ha risentito di quel movimento dal basso scoppiato il 17 dicembre 2010, tenta la pace. Verso missione a guida italiana. Gentiloni: «Faremo la nostra parte».
TRIPOLI - «E' solo l'inizio di un lungo cammino»: così l'inviato Onu Martin Kobler ha definito la firma dell'accordo per un governo di unità nazionale in Libia, avvenuta oggi in Marocco, non nascondendo le difficoltà che attendono ora la nuova leadership, chiamata a riportare stabilità nel Paese e a contrastare l'ascesa dei jihadisti dello Stato islamico (Isis).
Il nuovo esecutivo dovrà essere formato entro 30 giorni e già la prossima settimana potrebbe arrivare una risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu per una missione internazionale di sostegno alla Libia. Oggi il quotidiano Times ha riferito di 1.000 militari britannici pronti a partecipare a una missione a guida italiana, che dovrebbe contare circa 6.000 uomini, incaricati di addestrare le forze armate libiche. Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha ribadito in Marocco che «l'Italia è pronta a svolgere il proprio ruolo in base a quello che chiederà la nuova leadership della Libia».
Sul fronte interno occorrerà vedere come sarà accolto l'accordo sottoscritto oggi da circa circa 70 deputati del parlamento di Tobruk e da 30 di quello di Tripoli. Martedì sera i leader dei due parlamenti che si contendono il Paese da oltre un anno si sono incontrati per la prima volta a Malta e hanno dichiarato che l'accordo non ha «legittimità» e che i firmatari non rappresentano che se stessi. La stessa possibilità che il nuovo esecutivo libico si insedi a Tripoli è «in dubbio, e molto dipenderà se i due presidenti dei parlamenti formeranno un governo alternativo nella capitale e se ci saranno conflitti tra milizie pro e contro l'accordo», ha detto ad askanews Mattia Toaldo, analista presso lo European Council on Foreign Relations di Londra.
Dal Marocco l'inviato Onu ha teso la mano, ribadendo che «le porte rimarranno sempre aperte per quanti non sono qui oggi» e che «il nuovo governo dovrà agire subito per affrontare le preoccupazioni di quanti si sono sentiti esclusi». Lo stesso premier designato del Consiglio presidenziale, Fayez Serraj, ha dichiarato in conferenza stampa che l'accordo firmato oggi «non ha nè vincitori nè vinti», invitando i libici ad aderire all'intesa. L'intesa prevede che il Consiglio presidenziale, composto da nove membri e guidato da Ferraj, proceda alla formazione del governo entro 30 giorni, che il parlamento di Tobruk diventi l'unica camera legislativa, mentre i deputati di Tripoli confluiscano nel Consiglio di Stato, che avrà poteri solo consultivi.
«Dopo la firma è necessaria una risoluzione del Consiglio Onu immediata, forte e di sostegno, per legittimare il governo», ha detto oggi Kobler. E' quindi possibile prevedere già per l'inizio della prossima settimana l'approvazione di una risoluzione che autorizzi il dispiegamento di forza internazionale per addestrare e sostenere le forze di sicurezza libiche nella lotta all'Isis e nel contrastro al traffico di migranti.
Proprio sul fronte della sicurezza, ieri Kobler ha incontrato il capo delle forze armate di Tobruk, il generale Khalifa Haftar. Si è trattato di «un incontro cruciale per garantire parte della sicurezza», nell'Est del Paese, «ma potrebbe anche ulteriormente irritare le milizie di Tripoli», ha ammonito Toaldo, rimarcando quanto sia «delicato l'equilibrio» nel Paese.
Al termine dell'incontro, ieri Haftar ha detto di non essere soddisfatto dell'accordo Onu, ma ha assicurato che non lo «boicotterà». Haftar ha anche rilanciato la sua richiesta di revoca dell'embargo in vigore contro la Libia, sostenendo che indebolisce la lotta delle forze armate libiche contro l'Isis.
- 07/05/2020 Libia, il Premier Sarraj discute il rilancio dei negoziati dopo lo stallo dell'offensiva
- 20/04/2020 Libia, il Covid-19 non ferma gli scontri. Haftar in difficoltà
- 18/02/2020 Libia, la soddisfazione di Luigi Di Maio: «Nuova missione navale, l'Ue ora ascolta l'Italia»
- 17/02/2020 Sarraj: «La chiusura dei siti petroliferi porterà a una catastrofe che colpirà tutti»