20 aprile 2024
Aggiornato 10:00
La crisi siriana

Siria, esplosione in moschea uccide 25 membri del Fronte al Nusra

Tra le vittime figura anche uno dei leader dell'organizzazione affiliata ad al Qaida, stando a quanto precisato dall'Osservatorio siriano per i diritti umani. Al momento non si conoscono le cause della deflagrazione.

BEIRUT (askanews) - Un'esplosione in una moschea della città di Ariha, nel nord della Siria, ha causato la morte di 25 membri del Fronte al Nusra e il ferimento di decine di civili. Tra le vittime figura anche uno dei leader dell'organizzazione affiliata ad al Qaida, stando a quanto precisato dall'Osservatorio siriano per i diritti umani. Al momento non si conoscono le cause della deflagrazione.«Venticinque membri del Fronte al Nusra, tra cui un leader del gruppo jihadista, sono morti in un'esplosione avvenuta all'interno di una moschea della città di Ariha, nella provincia di Idlib», ha detto il direttore dell'ong, Rami Abdel Rahman. Gran parte della provincia di Idlib è controllata da gruppi ribelli.
Secondo gli attivisti della Commissione generale della rivoluzione siriana «centinaia di civili erano riuniti per l'Iftar (fine del digiuno durante il Ramadan, ndr) con il Fronte al Nusra nella moschea Salem, nell'Ovest di Ariha, quando c'è stata l'esplosione durante la preghiera della sera». Secondo il gruppo sarebbero diversi anche i civili rimasti uccisi.

Ribelli conquistano centro militare strategico ad Aleppo
I ribelli siriani hanno conquistato un centro militare strategico ad Aleppo, nel corso dell'offensiva lanciata per "liberare" la secondo città del Paese dalle forze del regime di Damasco che controlla ancora la parte occidentale dell'abitato.
Secondo quanto riferito oggi dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, la coalizione di gruppi ribelli denominata Fatah Halab (Conquista di Aleppo), «ha conquistato la notte scorsa il centro di ricerche scientifiche, minacciando così il quartiere Halab al-Jadida e gli altri della zona Ovest di Aleppo in mano al regime».
Il centro di ricerche, trasformato in caserma dal regime, è formato da diversi edifici e si estende su una vasta aerea nell'Ovest della città.

Offensiva forze pro-Assad contro città di Zabadani
Le forze fedeli al presidente siriano Bashar al Assad, coadiuvate dall'Hezbollah libanese, hanno lanciato una operazione militare contro Zabadani, 20 chilometri a Nord della capitale Damasco, una delle ultime città ancora nella mani dei ribelli nella zona. Lo afferma l'Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh), che parla di «violenti combattimenti fra le forze pro-Assad e le milizie che le sostengono da una parte, e i gruppi ribelli, fra cui degli islamisti» dall'altra.
Prima città ad essere caduta nelle mani dei ribelli nel febbraio 2012, Zabadani conta più di 65.000 abitanti ai quali si devono aggiungere gli sfollati dalla Ghouta orientale. La città è parzialmente circondata da quattro anni e viveri, medicinali e carburante vi arrivano difficilmente.