Terrorismo, Usa e jihadisti nemici o alleati in Siria?
Siamo abituati a vedere gli Stati Uniti come il principale nemico del terrorismo islamico. Eppure, alcune testimonianze diffuse dai media internazionali racconterebbero un'altra storia...
WASHINGTON – Ci hanno abituati a vedere il mondo diviso in due: da un lato i «buoni», che combattono il terrorismo; dall’altro i «cattivi», che, con la strategia del terrore, minacciano la nostra sicurezza. Eppure, alcune testimonianze comparse sui media internazionali potrebbero far crollare le nostre certezze. Innanzitutto, l’intervista ad Al Jazeera del leader del Fronte al Nusra – affiliato di al Qaeda in Siria – Abu Mohammed al-Golani. Un’intervista che è valsa, all’emittente di riferimento del regime del Qatar, l’accusa di voler far apparire il Fronte come partner «responsabile» nella lotta contro Assad.
Terroristi sì, ma non contro l’Occidente
Tuttavia, la «moderazione» che trasuda dalle parole di al-Golan potrebbe indicare ben altro. «La nostra missione è di rovesciare il regime (siriano), non di aggredire l’Occidente», ha detto il leader di al Nusra. «Abbiamo ricevuto chiari ordini da Ayman al-Zawahri di non usare la Siria come pista di lancio per attaccare gli USA o l’Europa...». Insomma: dimentichiamoci dell’al Qaeda che, dopo gli attacchi dell’11 settembre, venne bollata come nemico per eccellenza del mondo occidentale. Ora, pare addirittura che gli interessi della sua filiale siriana coincidano con quelli statunitensi.
Usa-Jihad: Assad obiettivo comune?
Già, perché – per la rivista geopolitica Spondasud – il vero obiettivo degli Usa in Siria non sarebbe sconfiggere l’Isis, ma rovesciare Assad. Non solo: alcuni alleati degli Usa in Medio Oriente sembrano impegnati in una campagna di sdoganamento di al Nusra: in primis, Arabia Saudita e Qatar. Per la Reuters, il progetto del Qatar sarebbe quello di rimuovere i legami tra al Nusra e al Qaeda, liberando in apparenza il Fronte dall'accusa di collaborazioni infamanti. Un ufficiale dei servizi segreti del Qatar avrebbe addirittura promesso ingenti finanziamenti, in cambio della separazione «ufficiale» da al Qaeda. Al Nusra, però, si è al momento rifiutata di rinnegare la vicinanza con al Qaeda, mossa che non avrebbe scoraggiato Paesi quali la Turchia dall’inviare aiuti al Fronte: un recente video pubblicato dal quotidiano turco Cumhuriyet mostra agenti dei servizi segreti turchi coinvolti nel contrabbando di armi ai terroristi di là del confine.
E’ l’Isis il vero nemico degli Usa?
Non è finita. Per la fondazione americana Judicial Watch, esisterebbe addirittura un documento del Pentagono, risalente all’agosto 2012, a dimostrare la cooperazione tra Usa, al Qaeda ed altri gruppi terroristici, allo scopo di «detronizzare» Assad. Il Pentagono avrebbe anche previsto che la diretta conseguenza di tutto ciò sarebbe stata una destabilizzazione di Siria e Iraq e una conseguente crescita dello Stato islamico. Ma c’è chi si spinge ancora più in là. Organi di stampa indipendente hanno diffuso un video in cui un presunto membro dell’Isis testimonia che aerei Usa avrebbero lanciato aiuti ai combattenti del Califfato nero a Mosul. Addirittura, per un recente report dell’agenzia Bloomberview gli Usa erano a conoscenza del piano dell’Isis di occupare la città irachena di Al-Ramadi, ma non avrebbero avvertito il governo iracheno. D'altra parte, anche Edward Snowden, ex analista dell’NSA, sostiene da tempo che l'Isis sia nata dagli sforzi congiunti dei servizi segreti degli Stati Uniti, Regno Unito e regime israeliano. Complottismo? Forse. Di certo, però, dietro alla «guerra al terrorismo» si nasconde più di quello che ci dicono.
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