19 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Il rebus Russia

La sfida di Mosca: un anno di sanzioni? Effetto nullo

La Russia del business che funziona riunita a Vladimir, la capitale medioevale della Russia e una delle città più antiche e simboliche della storia slava. Qui il terzo Forum economico ha visto una presenza molto significativa della politica russa, fin troppo per essere un appuntamento regionale.

MOSCA (askanews) - La Russia del business che funziona riunita a Vladimir, la capitale medioevale della Russia e una delle città più antiche e simboliche della storia slava. Qui il terzo Forum economico ha visto una presenza molto significativa della politica russa, fin troppo per essere un appuntamento regionale. Le persone che contano - dal vice premier Arkady Dvorkovich al ministro delle Finanze Anton Siluanov - erano giunte direttamente da Mosca. Oltre a loro, spiccava l'ex ambasciatore in Italia e vice ministro degli Esteri Aleksey Meshkov. Proprio da lui un messaggio chiaro: per i Paesi occidentali «le sanzioni, sono più dolorose che per noi».

Il vice ministro ed ex ambasciatore in Italia, parlando per primo alla platea, ha fatto riferimento a un recente incontro a Mosca tra il mondo del business francese e il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Secondo Meshkov «è indicativo che neppure una compagnia francese sia uscita dal mercato russo» nonostante le sanzioni occidentali, decise dall'Unione Europea sullo sfondo della crisi ucraina. E ora gli imprenditori «iniziano già a pensare in prospettiva, e capiscono che il business russo non aspetterà a lungo». Messaggio molto simile da Siluanov: per la Russia «la situazione finanziaria si è stabilizzata e gli investitori non appena lo vedranno, si accorgeranno che dopo le sanzioni, nulla è distrutto, e nessuna sanzione, nessuna limitazione potrà funzionare».

Vladimir per il business italiano è una regione non da poco. Vi ha investito Ferrero e anche il gruppo Marcegaglia. «Ferrero è uno dei player più importanti sul mercato russo dell'industria dolciaria» afferma Vjacheslav Kuzin, primo vice governatore della regione di Vladimir, in un colloquio con askanews. «In secondo luogo ci sono i contatti che continuiamo ad aver con le Camere di commercio, compresa quella di Roma. E comunque con le sanzioni la produzione dei nostri investitori non si è ridotta, anzi è aumentata».

A dimostrazione dell'importanza dei player italiani per la regione, oltre all'intervento in seduta plenaria di Massimiliano Paoleschi, CFO Ferrero Russia, Ucraina, Kazakistan, Bielorussia, una folta delegazione italiana, giunta da Mosca ha partecipato alle successive tavole rotonde. A partire da Pier Paolo Celeste, neodirettore dell'agenzia Ice di Mosca, sino alle rappresentanze imprenditoriali Gim-Unimpresa (Luisa Barone) e Confindustria Russia (Ernesto Ferlenghi). L'Ambasciata d'Italia era rappresentata da Enzo Marongiu.

Tra i temi introdotti nella plenaria del forum, il rublo forte che negli ultimi 10 anni in Russia ha «distorto» tutto ed è stato il vero ostacolo alla diversificazione, secondo il ministro delle Finanze Siluanov. L'intervento di Siluanov ha suscitato molto clamore in sala. Secondo il ministro, «la situazione della regione è di progresso». E la congiuntura economica offre «grandi opportunità». Infatti «a fronte di un rublo molto forte, chi investe nella diversificazione? Nessuno, molto più comodo esportare petrolio e gas». La forza del rublo negli anni passati ha insomma «distorto» tutto, ma secondo Siluanov, «adesso è il momento delle grandi opportunità».

Nel suo discorso, Siluanov ha anche specificato che sarà necessario continuare sulla strada della «stabilità del regime fiscale: una regione come Vladimir lo dimostra», ha aggiunto, con riferimento ai regimi agevolati che permettono gli investimenti, anche di compagnie non russe, come il gruppo italiano Ferrero, aprendo al mercato anche a Est di Mosca.

La Ferrero Russia è già la quarta azienda del gruppo di Alba. Finora l'investimento nella Federazione per il progetto della fabbrica di Vladimir (a 158 km da Mosca) ha già superato i 250 milioni di euro. Attualmente il valore produttivo di Ferrero in Russia è pari a 33.000 tonnellate di prodotto all'anno. La fabbrica ha creato 1.500 posti di lavoro. Vendite annuali 22,6 miliardi di rubli (391 milioni di euro, in base ai dati dell'agosto 2013). E la Russia resta un mercato importante, proprio a partire dal centro produttivo di Vladimir.

Vladimir, dove ha investito anche il gruppo Marcegaglia, si trova a metà della strada Mosca-Nizhnij Novgorod, che la gente del posto chiama amichevolmente la «Pekhinka», ossia la via verso Pechino. Iniziata a costruire negli anni 50, quando l'Urss e la Cina condividevano una forte "amicizia». Poi l'amicizia finì ma il soprannome rimase, fino ad oggi, quando la vicinanza della Cina torna ad essere di grande attualità.

Ironia della storia, Mosca venne costruita come fortezza per difendere il principato di Vladimir. E il primo principe di Vladimir è stato Jurij Dolgorukhin, colui che è entrato nei libri proprio come il fondatore di Mosca. Ma Vladimir subì l'invasione mongola, mentre Mosca acquisì il suo status di capitale. E lo mantenne, nonostante i molti rivolgimenti politici nei secoli. Pur chiamando ancora le maestranze da Susdal per le costruzioni più belle e importanti, come le stazioni ferroviarie Jaroslavskij e Kazanskij.