Putin punta al Polo Nord
Il 9 maggio si terranno le celebrazioni per la sconfitta della Germania nazista, ma sull'Artico volano già alcuni paracadutisti russi. L'esercitazione è sego evidente delle mire russe sull'Artico, importante per idrocarburi, petrolio, rotte marine e interessi militari. La questione della sua territorialità non è mai stata risolta.
MOSCA (askanews) - «Alesha non a caso guarda a Ovest». E non a caso la strategia per l'Artico della Russia di Vladimir Putin parte da Murmansk, dove svetta Alesha appunto, il secondo monumento sovietico più alto del Paese, dopo la Madre Patria di Volgograd (ex Stalingrado); un enorme soldato di 40 metri di cemento armato, dedicato al Difensore dell'Artico Sovietico e pesante 5 mila tonnellate che si affaccia ad ovest, verso la Valle della Gloria, dove si è verificato il più feroce combattimento della Campagna artica, quando gli invasori tedeschi furono respinti dai sovietici nel luglio 1941.
Festeggiamenti per la vittoria sul nazismo il 9 maggio, ma i paracadutisti ci sono già
Davanti a lui - che fissa l'orizzonte col fucile a tracolla e il pesante mantello abbottonato sino al collo - la fiamma eterna. E qua, il prossimo 9 maggio, ossia per il 70esimo della Vittoria sulla Germania nazista, sono previsti grandi festeggiamenti. Anzi nell'Artico già sono iniziati, con il lancio dello scorso 8 aprile di un centinaio di paracadutisti a un centinaio di chilometri dal Polo, proprio per festeggiare quello che sulla carta sarebbe la fine della Seconda Guerra mondiale. Ma che in un contesto di rinnovati venti di Guerra Fredda appare tutt'altro.
Strategia russa sull'Artico
In teoria «un'esercitazione». In pratica un piccolo segnale in un'ampia strategia di rafforzamento della presenza militare russa nell'Artico, tratteggiata a più riprese dal leader del Cremlino, e recentemente sottolineata dalla sortita del vice premier Dmitry Rogozin, giunto sulle isole Svalbard (Norvegia) nel mare Glaciale Artico, nonostante le sanzioni occidentali gli vietino di presenziare sul territorio norvegese. L'esponente del governo sul suo Twitter beffandosi di Oslo, ha poi accusato i norvegesi di essere «gelosi perchè ci siamo fatti il bagno al Polo Nord».
Putin ha creato una commissione per lo sviluppo dell'Artico
Il vicepremier ha più volte ricordato che all'inizio di quest'anno, Putin ha ordinato la creazione della Commissione statale per lo sviluppo dell'Artico. «Questo suggerisce che i vertici politici del paese, il presidente, il governo sono concentrati sullo sviluppo della regione e nel rafforzare la posizione del nostro paese in questa regione», ha detto Rogozin. Poi parlando di sviluppo della rotta marittima del Nord, di stazioni polari russe, scienza e storia, ha sottolineato l'utile apporto dei «nostri marinai, piloti, esploratori polari».
Presenza russa sempre più marcata
Sulla strategia primeggiano anche le immense e ancora intatte riserve di idrocarburi del Circolo Polare e la mai definita questione della sua territorialità. Ma soprattutto in quel documento per l'Artico, firmato da Putin da qui al 2020 prevede non solo lo sviluppo di una regione tra le più difficili, ma anche una presenza sempre più marcata. Tra interessi energetici e militari. L'americano Geological Survey ha già detto che sotto il Mar Glaciale Artico si troverebbero infatti fino al 30% delle riserve mondiali di gas e il 13% di petrolio.
Petrolio
A conferma di questo lo scorso settembre la russa Rosneft e l'americana ExxonMobil hanno annunciato di aver scoperto il petrolio durante la perforazione nella zona del Mare di Kara. A 160 km ad est delle isole Novaja Zemlya e ad una profondità di 2 mila metri, con un giacimento di vastissime proporzioni, con oltre 100 milioni di tonnellate (circa 750 milioni di barili) di petrolio di alta qualità, nonché 338 miliardi di metri cubi di gas. Nel frattempo il capo di Stato Maggiore e vice ministro della Difesa Valery Gerasimov aveva preannunciato per il 2015 la creazione di un nuovo comando integrato delle Forze Aeree e di Difesa per l'Artico. L'entità delle forze non è stata precisata, ma appare chiaro che deve essere di tutto rispetto. Già operativi gli aerodromi nell'Isola di Kotelny (Arcipelago di Novosibirsk, Mar di Laptev) e di Rogachevo (Arcipelago di Novaya Zemlya, tra il Mar di Barents ed il Mar di Kara). Mentre vengono ampliati quelli di Anadyr (regione della Chukotka, ai confini con l'Alaska), di Alykel e di Vorkuta (Siberia centro-settentrionale).
Grossi interessi russi nella regione
La corsa russa verso il grande Nord iniziò nel 2007 con la missione politico/scientifica, Arktika 2007, con un minisommergibile, il Mir 1, che raggiunse la profondità di 4.261 metri sul fondo dell'Oceano Artico, fissando sul fondale il il tricolore russo. Come ebbe a dire Putin: «Da un punto di vista geopolitico, i nostri interessi nazionali più vitali sono legati all'Artico: espanderemo la presenza e difenderemo con forza e decisione i nostri interessi».
Anche la Nato si esercita intorno al Circolo Polare Artico
Ma in realtà la militarizzazione dell'Artico, non è una mossa improvvisa, seguita al crescere delle tensioni internazionali. E non è solo una peculiarità russa. Analogamente, anche la Nato da parecchi anni tiene esercitazioni nel circolo polare artico. Ma la presenza militare occidentale è rimasta limitata. Mentre quella russa avanza, partendo da posizioni già abbastanza significative. Non a caso Murmansk è la città più grande al mondo oltre il circolo polare artico. È circondata da quelle che un tempo erano considerate le «città chiuse» ossia da insediamenti militari; è un'importante base navale; il porto rimane libero dai ghiacci per tutto l'anno, grazie alla Corrente del Golfo. E se durante la Guerra Fredda, Murmansk fu il centro dell'attività sottomarina sovietica, anche dopo la dissoluzione dell'URSS resta il quartier generale della Flotta Russa del Nord e della flotta di rompighiaccio nucleari. Oltre al monumento costruito sulla collina e dedicato alle vittime del sottomarino Kursk K 141, colato a picco nell'estate del 2000. Dedicato alle 107 vittime che erano a bordo e simbolo dei tanti segreti militari che l'Artico ancora nasconde.
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