18 aprile 2024
Aggiornato 03:30
La crisi greca

«Atene non è insolvente»

Il 9 aprile scade una nuova tranche di aiuti da restituire al Fondo monetario internazionale: bisogna restituire 450 milioni di euro. «Siamo pronti a pagare», ha dichiarato il viceministro delle Finanze Dimitris Mardas ai microfoni di Skai Tv, come ha poi confermato un portavoce del ministero.

ATENE (askanews) - Atene cerca di mettere a tacere la ridda di speculazioni allarmistiche che si sono affollate fino a venerdì Santo, forse complice anche l'assenza di sviluppi di rilievo su altri fronti dell'economia globale. Il 9 aprile scade una nuova tranche di aiuti da restituire al Fondo monetario internazionale: bisogna restituire 450 milioni di euro. «Siamo pronti a pagare», ha dichiarato il viceministro delle Finanze Dimitris Mardas ai microfoni di Skai Tv, come ha poi confermato un portavoce del ministero.

Una presa di posizione netta, che sembra puntare a sgomberare il campo dallo spauracchio di una possibile imminente insolvenza, tornato a circolare negli ultimi giorni.

Ancora una volta particolarmente attiva su questo versante è stata la stampa anglosassone. Ad esempio il quotidiano The Telegraph, che giovedì ha prima citato fonti anonime del governo greco secondo cui in assenza di altri aiuti entro pochi giorni si sarebbe fatta insolvenza. E poi ha rincarato la dose riferendo di «piani drastici» di Atene per prepararsi al peggio, tra cui l'ipotesi di nazionalizzare le maggiori banche e creare una sorta di moneta parallela con cui pagare salari, pensioni e e altre poste da regolare nell'immediato.

Almeno fino a quando non si riuscirà a trovare con l'area euro una soluzione per incanalare il paese fuori dalla crisi. Secondo altri media l'ipotesi di andare insoluti sul Fmi era da attribuire all'alleato nazionalista di Syriza e a fonti del ministero delle Difesa.

Il Telegraph però ha citato «fonti vicine a Syriza», il movimento guidato dal premier Alexis Tsipras, secondo cui il governo sarebbe determinato in ogni caso a mantenere il funzionamento di servizi pubblici e pensioni, anche se le liquidità sono ormai sotto i livelli di guardia. Sempre queste fonti hanno a loro volta messo in dubbio il pagamento al Fmi: «Siamo un governo di sinistra, se dobbiamo scegliere tra pagare le pensioni e il Fondo non c'è partita».

Ma poi la dichiarazione di Mardas è andata in senso opposto. E ci sono ragioni evidenti per questa presa di posizione. Perché l'ipotesi di fare default con il Fondo monetario internazionale avrebbe avuto delle implicazioni dirompenti su quel poco di credibilità che la Grecia può sperare di mantenere sui mercati.

Secondo alcuni analisti infatti il vero problema per Atene riguarda è mantenere l'ultimo canale di accesso ai rifinanziamenti di mercato, tramite l'emissione di titoli di Stato a breve scadenza.

Posto che l'ammontare di «T-bills» che Atene può emettere è di fatto contigentato dalle regole dell'Eurosistema e della Bce - che continua ad accettare titoli greci per erogare rifinanziamenti alle banche commerciali - questo canale serve a reperire liquidità con cui coprire molte delle necessità. Il paese resta invece praticamente estromesso del mercato dei titoli a scadenza medio lunga. Se ora perdesse anche la capacità di piazzare titoli a breve sarebbe la fine, o quasi.

Mercoledì la Grecia ha presentato un documento che prevede di reperire risorse supplementari, nel tentativo di convincere l'Eurogruppo (una cui eventuale riunione straordinaria è ancora da decidere e calendarizzare) a versare altri aiuti. Secondo diverse ricorstruzioni però questa nuova proposta non è bastata e i negoziati dovrebbero trascinarsi anche alla prossima settimana. Le squadre di tecnici di Fmi e Ue presenti ad Atene sarebbero state quindi momentaneamente richiamate.

Non aiuta l'immagine controversa che si è creata sul ministro delle Finanze Yanis Varoufakis. In una delle sue ultime dichiarazioni, un «tweet», ha liquidato come «pesce d'aprile» l'ipotesi che gli era stata attribuita da alcuni siti di lasciare l'euro per entrare nel Bitcoin. Ha più volte smentito le ipotesi delle sue dimissioni. Da notare comunque che le ultime rassicurazioni ai mercati sono state lanciate dal suo vice, Mardas.

In mezzo ad una partita negoziale già complessa con Eurolandia la Grecia ha poi aggiunto un altro fattore controverso avviando in parallelo un dialogo con la Russia. Guarda caso Tsipras sarà a mosca l'8 aprile per incontrare il presidente Vladimir Putin, proprio il giorno prima del pagamento al Fmi.