19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Atene sta valutando aiuti da parte di Mosca e Pechino

Se la Grecia va a braccetto con Russia e Cina

Se Tsipras decidesse di affidarsi ai due Paesi asiatici le conseguenze sugli equilibri europei sarebbero certamente destabilizzanti, e all'interno della Nato si rischierebbe una grave crisi

BRUXELLES - Atene a braccetto con Mosca e Pechino. È questo lo scenario cui potremmo assistere a breve se l'Europa non sarà in grado di trovare un accordo con la Grecia che soddisfi le esigenze di entrambi. Il neogoverno greco l'ha detto chiaramente: per evitare una crisi finanziaria ben peggiore dell'attuale e non cedere alle richieste di austerità che arrivano da Bruxelles, piuttosto chiediamo i soldi alla Russia e alla Cina. «Vogliamo un accordo, ma se non c'è nessun accordo, e se vediamo che la Germania resta rigida sulle sue posizioni, dovremo adottare il nostro piano b», ha dichiarato il ministro della Difesa Panos Kammenos. «Abbiamo altri modi di trovare denaro. Potrebbero essere gli Stati Uniti, oppure potrebbero essere la Russia, la Cina o altri Paesi».

MOSCA E PECHINO I «BENEFATTORI» - Nikos Chountis, vice ministro degli Esteri, ha fatto sapere i governi russo e cinese hanno già offerto un sostegno finanziario al Paese. Tuttavia, non appare così scontato che Mosca sia in grado di aiutare la Grecia, data la crisi economica interna che sta affrontando in questo momento e l'assottigliamento sempre più preoccupante delle riserve di valuta estera. I cinesi, dal canto loro, possiedono invece cospicue riserve in valuta estera, anche se sono in molti in Europa a dubitare che la Cina intervenga per salvare qualcuno. «Per anni tutti hanno aspettato che Pechino salvasse l'Europa, ma questo non succede mai», ha dichiarato Ashoka Mody, ex dirigente del Fmi in Europa.

EUROGRUPPO: SUL MEMORANDUM NON SI DISCUTE - La minaccia di collaborare con la Russia arriva in un momento estremamente delicato per gli equilibri internazionali, in cui i leader europei tentano di negoziare un accordo di pace con il presidente Vladimir Putin sull'Ucraina. «Ognuno è libero di fare quello che vuole, ma un programma esiste e o viene portato a compimento o non abbiamo più un programma», ha detto oggi il ministro tedesco delle finanze Wolfgang Schaeuble parlando all’Eurogruppo. Ogni decisione rinviata a lunedì, ma con una certezza: il Memorandum con le verifiche della Troika sulle misure in cambio di aiuti è il punto di partenza per tutti i maggiori creditori della Grecia, cioè Fmi, Bce e governi dell’Eurozona. A Bruxelles vogliono che Atene prosegua con le riforme attenendosi al programma che già possiede, perché, dicono, il Paese è tornato a crescere e presenta persino un avanzo, dunque la strada non può che essere questa, proprio com'è stato per Irlanda, Portogallo e Spagna.

LA PAURA IN BORSA - Intanto i mercati stanno a guardare con apprensione: le borse europee hanno registrato perdite nell’ordine dei decimali, Atene ha invece perso oltre il 4%. Se Tsipras e compagni sceglieranno la via per Mosca e Pechino, si rischierà una pericolosissima frattura politica con le principali potenze europee e una vera e propria crisi all'interno della NATO.