Putin cerca alleati in casa di Obama
Il 9 e 10 febbraio il presidente russo sarà in Egitto su invito del suo omologo, Abdel Fattah al Sissi. Nei giorni scorsi invece Mosca è stata «corteggiata» dalla Libia, che ha richiesto aiuto per addestrare e armare il suo esercito. Poi bisogna ricordare l'avvicinamento con Atene, i buoni rapporti con Roma e l'incontro con il presidente venezuelano Maduro.
MOSCA – «L'ordine mondiale è andato in pezzi» ha detto il diplomatico tedesco ed organizzatore della conferenza sulla Sicurezza di Monaco di Baviera, Wolfgang Ischinger, prima che questa prendesse il via. In effetti nel 2014 la visione «unipolare» delle relazioni internazionali dell'Occidente ha mostrato di essere in forte crisi, aprendo la strada a interpretazioni alternative. Uno dei Paesi che ha mostrato maggior dinamismo a livello diplomatico è stato la Russia, che ha stretto legami sempre più solidi con diversi Stati una volta fedelissimi a Washington.
PUTIN, BOMBARDAMENTI ANTI ISIS ILLEGALI - Oggi e domani 10 febbraio il presidente russo, Vladimir Putin, sarà in Egitto su invito del suo omologo egiziano, Abdel Fattah al Sisi, con cui aveva già stretto accordi di cooperazione in campo energetico e militare nell'agosto scorso, quando al Sisi si era recato a Mosca. I due presidenti hanno deciso di incontrarsi per approfondire le «prospettive di sviluppo dell'insieme delle relazioni russo-egiziane, in particolare nei settori politico, economico e commerciale e umanitario», è scritto nel comunicato ufficiale del Cremlino. In particolare i due leader avranno «uno scambio d'opinioni sulla situazione in Medio Oriente e in Africa settentrionale, in primo luogo in Iraq, Siria e Libia». Quanto alla posizione del Cremlino sulla sicurezza nella regione mediorientale, Putin ha spiegato che la campagna di bombardamenti anti Isis lanciata da Usa e alleati è «illegale». Il presidente russo ha detto in un'intervista al quotidiano egiziano Al Ahram che si tratta di un'azione di guerra sproporzionata, in quanto «non corrisponde alla portata e alla natura di questa minaccia», ed è priva di ogni legittimità, perché è portata avanti senza «autorizzazione delle Nazioni Unite». Per la Russia «ciò che sta accadendo oggi in Siria e Iraq è il risultato dell'azione irresponsabile e delle interferenze esterne negli affari della regione, l'uso della forza unilaterale e dei doppi standard» occidentali che dividono il mondo in «buoni e cattivi».
GLI AFFARI IN EGITTO - Per quanto riguarda le questioni economiche invece, Putin ha chiarito che è «abbastanza naturale» che gli uomini d'affari sia russi che egiziani premano perché i due Stati adottino le rispettive monete negli scambi commerciali bilaterali. Il leader russo ha aggiunto che si tratta di una prassi già consolidata nei rapporti fra Mosca e Paesi ex sovietici, ma anche con la Cina e che questa «pratica dimostri la sua convenienza; siamo pronti ad adottarla anche nelle nostre relazioni con l'Egitto». Questa mossa permetterebbe di eliminare i costi di cambio, porterebbe a pagamenti immediati e porterebbe maggior trasparenza nei rapporti fra banche. Putin ha sottolineato che il primo settore a trarne vantaggio sarebbe quello turistico, visti i «milioni di cittadini russi che passano le loro vacanze tutti gli anni» in Egitto (lo scorso anno erano 3 milioni). Oltre a ciò il leader russo ha ricordato che i rapporti fra i due Paesi si stanno sviluppando rapidamente, in settori come il commercio, l'energia nucleare, il settore aereo-spaziale il turismo e l'agricoltura. «Il volume degli scambi bilaterali è cresciuto molto negli ultimi anni: nel 2014 è cresciuto del 50%» sul 2013 «ed è ammontato a 4,5 miliardi di dollari», ha detto il presidente russo.
LA LIBIA CHIEDE SOSTEGNO MILITARE - Nei giorni scorsi invece la Russia è stata «corteggiata» dalla Libia, che ha richiesto a Mosca di addestrare e armare il suo esercito. L'ambasciatore libico, Mohamed Abdelaziz, ha detto all'agenzia di stampa Sputnik: «Ci auguriamo che questa cooperazione militare possa proseguire su due aree principali, in quello dell'educazione e dell'addestramento del personale militare libico, e in quello della fornitura di armi moderni alla Libia». Il diplomatico ha spiegato che il suo Paese ha intenzione di costituire «un'esercito flessibile e agile» e di aver incontrato «comprensione sull'argomento dalla Russia». Abdelaziz ha quindi ricordato che l'Onu ha imposto un'embargo sull'invio di armi in Libia nel fabbraio del 2011 e che per questa ragione se il suo Paese dovesse fare una richiesta ufficiale di armamenti a Mosca, la questione andrebbe coordianta con le istituzioni internazionali.
L'ASSE ATENE-MOSCA - Il soft power di Mosca ha fatto breccia anche in Europa, soprattutto in Grecia dopo l'elezione del neo premier, Alexis Tsipras. Putin e Tsipras hanno avuto uno scambio di opinioni telefonico, con il presidente russo che si è congratulato con il primo ministro greco per la vittoria elettorale. Il presidente russo ha invitato Tsipras a vistare la Russia, ha voluto conoscere la sua opinione su alcuni dossier internazionali, dalla situazione in Ucraina all'abbandonato progetto di gasdotto South stream, sottolinenando le opportunità per Atene nel nuovo progetto Turkish stream. I due hanno quindi sottolineato la loro determinazione a sviluppare relazioni bilaterali. Nei giorni successivi il ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov, intervistato dall'emittente televisiva Cnb ha fatto sapere che il suo Paese è disposto ad aiutare economicamente Atene, dopo che il nuovo governo ellenico si è opposto a nuove sanzioni europee (per la cui approvazione serve l'unanimità) nei confronti di Mosca. Il rappresentante del governo russo ha detto che si tratta per ora di un'offerta del suo Paese: «Possiamo immaginare qualunque cosa, dunque se una tale richiesta venisse sottoposta al governo russo la prenderemmo certamente in considerazione, valutando anche tutti gli aspetti dei rapporti bilaterali fra Grecia e Russia». Da parte greca l'opposizione alle sanzioni verso Mosca è stata ribadita del ministro degli esteri, Nikos Kotzias, che ha invitato l'Ue a porre fine alla «spasmodica» azione contro la Russia. «L'Ue deve finalmente considerare quello che vuol fare con la Russia a lungo termine...invece di reagire in una maniera moralmente diretta, corretta, ma spasmodica» ha detto Kotzias alla Athens News Agency. «La Grecia non può tagliare i suoi rapporti storici con la Russia, ma può avere un ruolo nel mediare e sviluppare i negoziati» tra Ue e Russia, ha detto il capo della diplomazia di Atene. Le sanzioni, a suo parere, rischiano di destabilizzare la regione. «Tale destabilizzazione supererà il confine russo-ucraina, raggiungerà il Medio Oriente e attraverserà il Nordafrica, una sorta di falce che farà emergere decine di migliaia di rifugiati, jihadisti, malattie e ogni sorta di pericolo».
I BUONI RAPPORTI CON L'ITALIA - Per quanto riguarda l'Italia invece Putin si è congratulato con Sergio Mattarella per la sua elezione a presidente della Repubblica sottolineando la tradizione di «amicizia e reciproco rispetto» tra Italia e Russia e si è detto fiducioso che «il potenziale positivo delle relazioni russo-italiane in tutti i campi nell'interesse di entrambi i popoli sia mantenuto e moltiplicato». Basti pensare che a inizio gennaio Finmeccanica-AgustaWestland grazie ad un accordo firmato lo scorso 29 dicembre, fornirà, entro il 2025, 160 elicotteri civili AW189 all'azienda petrolifera Rosneft. L'intesa prevede anche la fornitura di servizi integrati (manutenzione e addestramento) per i clienti in Russia e nei Paesi CIS. Grazie alla fornitura dei 160 elicotteri civili, Rosneft diventerà il principale cliente di AW189 al mondo. Purtroppo però, come ha detto l'ambasciatore di Russia in Italia, Segei Razov, le sanzioni dell'Ue verso Mosca stanno mettendo in crisi gli interessi nazionali di Roma. Il diplomatico, intervistato da Ria Novosti, ha sottolineato che molti uomini d'affari italiani «spesso mi dicono che le sanzioni imposte al mio Paese sono contrarie all'interesse nazionale italiano» e che stanno condividendo questa opinione con le autorità di Roma, trovando ascolto fra molti politici locali. «Per fortuna il buon senso, che è tipico del mondo degli affari, prevarrà col tempo anche in politica», ha aggiunto Razov che ha spiegato come le sanzioni anti-russe abbiano avuto impatto su tutti gli aspetti delle relazioni bilaterali fra i due Paesi, facendo diminuire sia i profitti che la fiducia reciproca.
IL PIEDE DI PUTIN IN SUD AMERICA - Infine è utile ricordare che la Russia è molto attiva anche in Sud ASmerica, ai tempi della dottrina Monroe considerato «terreno di gioco» esclusivo degli americani. A metà gennaio il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, si è recato a Mosca «per discutere i compiti attuali della collaborazione bilaterale, tra cui la realizzazione di grandi progetti bilaterali nei campi energetico, agricolo e industriale, ma anche di sviluppo di infrastrutture, progetti edilizi per il settore abitativo, collaborazione culturale e sviluppo finanziario», è stato scritto in un comunicato della presidenza russa. Putin e Maduro hanno avuto anche «uno scambio di vedute sulla situazione dei mercati mondiali del petrolio». L'agenzia Tass ha riassunto i risultati dell'incontro fra i due presidenti, usando le parole di Maduro: «Abbiamo concordato di ampliare la partecipazione di società russe in joint ventures per la fascia del fiume Orinoco e altri progetti questo ci permetterà di aumentare gli investimenti in azioni e l'estrazione di petrolio».