12 ottobre 2025
Aggiornato 09:30
Il business europeo in Russia soffre

Appello imprenditori Ue: "Togliete le sanzioni"

Le sanzioni che Bruxelles ha imposto alla Russia di Vladimir Putin irritano - e non poco - anche tutti quegli imprenditori europei che in Russia e in Ucraina hanno avviato, ormai da decenni, dei business. Il presidente dell'associazione delle imprese europee in Russia afferma che sono tante le ripercussioni negative delle sanzioni sugli affari europei.

MOSCA - Le sanzioni di Bruxelles imposte alla Russia non sono motivo di irritazione solo di Vladimir Putin e dei russi in generale, ma provocano reazioni di rabbia anche in chi in Russia ha costruito il proprio business. Nel paese retto da Putin, infatti, non sono pochi gli imprenditori europei che hanno messo su "bottega". Il mondo del business europeo che opera in Russia è «molto arrabbiato» e si sente «sacrificato» dalle sanzioni di Bruxelles contro Mosca. E anche se è «complicato» quantificare il danno, «l'effetto sarà sul lungo periodo» e ci sarà un riflesso negativo anche sull'occupazione in Europa, con più delocalizzazione nella Federazione russa. «Se queste misure saranno rimosse in fretta, almeno parzialmente, l'effetto potrebbe essere in qualche modo limitato, perché siamo ancora qua e abbiamo investimenti: 170 miliardi di euro»: è Philippe Pegorier, presidente dell'Aeb, l'associazione delle imprese europee in Russia a parlare e precisa che la questione «va sistemata».

LA QUESTIONE SANZIONI VA SISTEMATA - «È quello che ci aspettiamo dal vertice di Milano (16-17 ottobre), ed è anche quello che ci aspettiamo dal dialogo di questa sera di Sergey Lavrov con John Kerry e con Laurent Fabius». E oggi il ministro degli estri russo ha incontrato i rappresentanti dell'imprenditoria del Vecchio continente a Mosca, in un meeting fortemente voluto e organizzato proprio dal manager francese all'Hotel Ucraina.

UE-RUSSIA: IL MOMENTO DELLA VERITA' - Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, ha evidenziato che per i rapporti Ue-Russia è arrivato il momento della verità. E aggiunge che il presidente Vladimir Putin e la sua delegazione andranno «a Milano per capire meglio il sentimento dei nostri partner europei» anche in seguito agli ultimi sviluppi della crisi ucraina. E che il business non deve agire in maniera frammentaria, ma debba fare «pressioni» sui rispettivi governi.

LA DISCUSSIONE E' ANCORA APERTA - L'Associazione delle imprese europee rappresenta e promuove, sin dagli anni '90, gli interessi delle società del Vecchio continente che svolgono attività nel e con la Federazione russa. Il suo presidente, Pegorier, eletto all'unanimità a maggio, è anche country president di Alstom in Russia, e già dal 2004 sino al 2007 è stato consigliere del ministro del Commercio francese, anche sotto Christine Lagarde. "Penso che il punto positivo sia che il signor Lavrov sia venuto a incontrare la comunità europea del business. Questo significa che la discussione con le autorità russe è ancora in corso, che noi possiamo dire la nostra con loro e che loro ascoltano le nostre preoccupazioni», afferma Pegorier dopo l'incontro, oggi, con il capo della diplomazia russa.

A MILANO ARRIVI LA SOLUZIONE - Pegorier risponde alla domanda su cosa ci si può aspettare dall'incontro di Milano: «Quello che ci aspettiamo dal vertice di Milano è anche quello che ci aspettiamo dal dialogo di questa sera di Sergey Lavrov con John Kerry e con Laurent Fabius, ossia la soluzione della questione. Siamo molto arrabbiati per essere stati sacrificati, essendo stranieri. Noi siamo europei, noi abbiamo tra 500.000 e un milione di persone che lavorano nell'Unione Europea su ordinativi russi. Non è normale sacrificare tutto questo. Pensiamo che la ragione prevarrà e capiamo il problema, capiamo che i russi non sempre rispettano i loro obblighi, ma credo che per noi valga lo stesso. Non va bene che siano i cittadini europei a fare le spese di questa situazione. Se continuiamo in questa direzione, la disoccupazione aumenterà e gli estremisti aumenteranno. I partiti estremisti stanno prendendo forza, sia in Francia che è il mio Paese, ma anche in Svezia, recentemente, e in Grecia. Qui sta il pericolo».

I DANNI DI BRUXELLES - In relazione al danno che le sanzioni di Bruxelles hanno provocato e provocano agli operatori europei, Pegorier risponde: «È complicato quantificarlo, perché l'effetto sarà sul lungo periodo. Se le rimuoviamo in fretta, o almeno parzialmente, l'effetto potrebbe essere in qualche modo limitato, perché siamo ancora qua in Russia e abbiamo investimenti: 170 miliardi di euro. Questo vuol dire che abbiamo in mano le nostre aziende e lavoriamo con i nostri partner russi. Ma le cose non cambiano, non resteremo a guardare. Delocalizzeremo di più in Russia. Più di prima. E anche questo significa che la produzione non sarà più in Ue, ma qua, in Russia. E questo implicherà anche un effetto sulla disoccupazione (in Europa)».

LA VERITA' NEL MEZZO - Pegorier conclude l'intervista parlando dei miglioramenti e dei peggioramenti che potrebbero esserci con i prossimi sviluppi della crisi ucraina: «Noi guardiamo con molta attenzione a quello che sta succedendo in Ucraina. C'è l'informazione ufficiale, ma noi abbiamo anche le nostre fonti. Abbiamo fabbriche e business là. In Ucraina, intendo. Anche nel Donbass. Quindi noi teniamo d'occhio la situazione. Non corrisponde al 100% rispetto a quello che racconta la tv russa, ma neanche a quello che a volte si legge sulla stampa occidentale. Non si vedono migliaia e migliaia di soldati russi. Le persone che lavorano là e che io conosco, non li hanno mai visti. Quindi penso che ci sia stata disinformazione un po' ovunque».