23 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Fondamentalismo islamico

Hollande: Stato islamico «minaccia per Iraq, Siria e Libano»

Il presidente francese François Hollande proporrà a settembre una iniziativa per la sicurezza in Iraq e la lotta contro le milizie jihadiste dello Stato Islamico, ritenendo l'attuale situazione internazionale «la peggiore dal 2001» a questa parte.

PARIGI - Il presidente francese François Hollande proporrà «a settembre» una «iniziativa» per la sicurezza in Iraq e la lotta contro le milizie jihadiste dello Stato Islamico, ritenendo l'attuale situazione internazionale «la peggiore dal 2001» a questa parte.
«Occorre studiare una strategia globale contro questo gruppo armato che è ben strutturato, che dispone di finanziamenti notevoli e di armamento assai sofisticato, e che rappresenta una minaccia per Paesi come la Siria, l'Iraq o il Libano» ha spiegato Hollande, che ha parlato in un'intervista rilasciata al quotidiano francese Le Monde, di cui l'Eliseo ha diffuso il testo.

CONFRENZE SULLA SICUREZZA - «Proporrò dunque ai nostri partner una conferenza sulla sicurezza in Iraq e la lotta contro lo Stato islamico: dobbiamo affrontare non un gruppo terroristico come Al Qaida, ma a un quasi-Stato terroristico», ha proseguito Hollande precisando in tal modo - nel testo dell'intervista diffuso successivamente dal quotidiano - l'iniziativa di cui parlava l'Eliseo.
Quanto a una presunta «mancanza di autorità» da parte dell'Amministrazione Obama, Hollande ha commentato che «per molto tempo ci si è lamentati dell'eccessivo interventismo americano: non siamo nella posizione di poter criticare Obama per una eccessiva timidezza: ritengo tuttavia che la situazione internazionale sia la più grave dal 2001 e la comunità internazionale deve agire di conseguenza».

BERLINO PRONTO A FORNIRE ARMI - La Germania è «pronta» a fornire armi ai curdi iracheni «il più rapidamente possibile». Lo ha affermato il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier. «Vogliamo fare tutto ciò (...) nella misura in cui questo possa rafforzare la capacità dei curdi a difendersi», ha giustificato il capo della diplomazia tedesca in conferenza stampa, evocando i rischi di una «catastrofe» che avrebbe conseguenze «devastanti» per il resto del mondo.