19 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Da Londra a Washington

Geithner trascinato nello scandalo Libor, spuntano e-mail

Secondo il Washington Post il Segretario al Tesoro chiese alla Banca d'Inghilterra la riforma del tasso

NEW YORK - Lo scandalo sulle presunte manipolazioni del Libor, il tasso di interesse interbancario, passa da Londra a Washington. La Federal Reserve di New York renderà pubblici i documenti che dovrebbero contribuire a chiarire la posizione delle autorità di regolamentazione americane, in particolare le azioni intraprese quando emersero le prime avvisaglie di problemi nel 2007. Come riporta il Washington Post, sotto pressione sarà messo soprattutto il segretario al Tesoro Timothy Geithner, alla guida della Fed di New York dal 2003 al 2008: una e-mail datata 1 giugno 2008, ottenuta dal quotidiano, mostra che Geithner raccomandò ai vertici della Banca di Inghilterra di riformare il Libor.

Il futuro segretario al Tesoro chiese alle controparti britanniche di eliminare incentivi che avrebbero potuto incoraggiare manipolazioni, fissando invece «una procedura credibile» per il passaggio di informazioni. «Sarebbe benvenuta la possibilità di discutere della questione e saremmo grati se potessimo avere un'idea di quali cambiamenti sono possibili», scrisse. Non è dato sapere se e cosa ottenne e se la sua azione servì a evitare pratiche scorrette da parte dei colossi bancari. Andra Priest, portavoce della Fed di New York, ritiene che i documenti che saranno pubblicati oggi «mostreranno che la Fed ha compiuto azioni tempestive quattro anni fa per evidenziare i problemi con il Libor e premere per una riforma».

La prima fase delle presunte manipolazioni del Libor coincisero con l'inizio della crisi finanziaria: la banca d'affari Bear Stearns fallì poche settimane prima che Geithner prendesse parte, il 28 aprile 2008, a un incontro che nella sua agenda era segnalato come «Fixing Libor». Vari senatori democratici hanno chiesto giovedì al dipartimento di Giustizia di fare chiarezza sulle responsabilità di banchieri e rappresentanti delle autorità di regolamentazioni che non sono riusciti a «fermare le azioni scorrette di cui erano a conoscenza o di cui avrebbero dovuto essere a conoscenza».